24 gennaio 2020 - A ROMA DOMANI IL LIBRO DI ESTER CECERE “DALL’INDIA A LAMPEDUSA. SOSTE DI VIAGGIO”
Incontri
La Voce del Nisseno
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La Voce del Nisseno
di SILVANA LAZZARINO – LA PRESENTAZIONE.
Scrittrice e biologa marina pugliese, racconta il viaggio alla scoperta di sé. Evento alla Libreria Hora Felix.
Su La Voce del Nisseno nomi e dettagli
A lato la locandina. In copertina, Ester Cecere
Appassionata di viaggi Ester Cecere di Taranto, biologa marina, ricercatrice presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche; e scrittrice, ha intuito nei suoi spostamenti occasioni per scoprire non solo nuove culture e tradizioni, ma anche qualcosa in più di sé stessi proprio in rapporto all’altro che viene incontro, e talora impaurito si nasconde con tutto il suo trascorso di vita da conoscere e da cui lasciarsi affascinare. Ha sempre amato spostarsi in diverse città non solo italiane, ma anche straniere passando dall’Europa all’Asia: percorsi di vita da cui è tornata con un bagaglio in più negli occhi e nel cuore.
Il motivo del viaggio quale arricchimento culturale e personale, ma anche percorso per acquisire consapevolezza di un risvolto sociale legato ai meccanismi del progresso e del potere dei Paesi industrializzati, è al centro del suo libro di racconti “Dall’India a Lampedusa Soste di viaggio” Wip Edizioni (2019) che viene presentato a Roma presso la Libreria Hora Felix in Via Reggio Emilia, 89 domani pomeriggio alle ore 18.
A moderare l’incontro è Loredana D’Alfonso scrittrice di racconti, romanzi gialli, poesie, giornalista e poetessa, mentre relatore è Sandro Angelucci poeta raffinato e sensibile, saggista e critico letterario di successo. Le letture di alcuni passi dei racconti che suonano quali scoperta di sé stessi, sono a cura di Federica Sciandivasci poetessa e scrittrice, l’intervista a cura della sociologa Antonella Pagano, scrittrice, poetessa, artista intensa ed espressiva nel suo esplorare i diversi linguaggi dalla pittura alla scultura, dal teatro alla performance con estrema disinvoltura e originalità.
Ciascun racconto custodisce un passo verso il riconoscimento di alcune riflessioni ed emozioni, che solo in paesi diversi dal nostro, a contatto con altre culture e tradizioni, non necessariamente troppo lontane, possono affiorare. Così ci si sofferma a riflettere sulle sofferenze e disagi di chi è costretto a fuggire, ad emigrare, a vivere in assoluta povertà, ma anche sulla bellezza di scenari incontaminati dove gli animali vivono in perfetta armonia con il proprio habitat.
Da qui l’invito ad accogliere chi è diverso, nel rispetto di sé e dell’altro e in generale per la vita di ogni essere, lasciando da parte il giudizio. Queste le parole dell’autrice in un’intervista ad Antonio Tabucchi riferita al suo libro ‘Viaggi e altri viaggi’: “Ciò che quel luogo provoca in noi nel guardarlo e viverlo non è fotografabile. Raccontarlo non significa descriverlo, ma riuscire a dire, anche in minima parte, le emozioni che vi ha lasciato’. E inoltre: ‘Per poter raccontare, l’esperienza viva resta fondamentale… Per poter scrivere, devo aver toccato con mano la frutta del suk di Aleppo… Solo a posteriori, arriva la scrittura, dopo aver vissuto, viaggiato”.
Da queste parole si evince come per Ester Cecere viaggiare sia vivere, o meglio viere attraverso diversi incontri, esperienze a contatto con persone. I protagonisti dei suoi racconti testimoniano come il viaggiare determini il cambiamento in seguito ad esperienze a contatto con abitudini e modi di essere lontani dal nostro.
Viaggio quindi come viaggio dentro di sé e viaggio verso il cambiamento. Ogni sosta diventa occasione per soffermarsi a pensare su un percorso fatto e su come procedere in un iter che è sempre in evoluzione. Il libro di Ester Cecere non è un diario di viaggio come si può intendere tradizionalmente in cui vengono annotati fatti che accadono di giorno in giorno ma, come scrive Sandro Angelucci nella sua relazione al libro, “… le sue esperienze diventano le nostre, ma che lo divengano davvero, che scendano nei meandri dell’anima del lettore facendola uscire dallo stato di apatia e di torpore in cui, troppo spesso ahimè, viene sequestrata ed esiliata dalla superficialità di un vivere distratto ed egocentrico”.
Il dolore che affiora in alcune storie legate alla povertà, ma anche alla perdita di tutto ciò che sono la propria famiglia e la casa, compresa la propria libertà, diventa desolazione per l’animo, come anche il vedere aree della Terra devastate da inquinamento e incendi fa pensare a quanto ancora ci sia da lavorare per restituire all’intero ecosistema il perduto equilibrio. Il paesaggio viene da lei descritto con profonda partecipazione emotiva come in “Tramonto al Taj Mahal” dove le scimmie sono descritte nella loro gestualità quotidiana in perfetta armonia con la natura loro introno.
Come afferma sempre Sandro Angelucci si tratta di una letteratura “fondamentalmente simbolica, didascalica ed umanistica. Una narrazione che più di raccontare si preoccupa di scuotere, di ridestare”. Attraverso l’altro che ci viene incontro e dal quale talora ci si allontana, si possono riconoscere aspetti del proprio pensiero, diverse sfumature emozionali. Ogni viaggio è un’emozione che parte dagli occhi e arriva al profondo dell’anima, che diventa tangibile affinché resti come sigillo nel proprio vissuto. Il viaggio diventa metafora per la riscoperta di sé attraverso le società mettendo in evidenza diversi aspetti che sul piano sociale vedono in prima linea la povertà, l’immigrazione, l’inquinamento.
SILVANA LAZZARINO
Scrittrice e biologa marina pugliese, racconta il viaggio alla scoperta di sé. Evento alla Libreria Hora Felix.
Su La Voce del Nisseno nomi e dettagli
A lato la locandina. In copertina, Ester Cecere
Appassionata di viaggi Ester Cecere di Taranto, biologa marina, ricercatrice presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche; e scrittrice, ha intuito nei suoi spostamenti occasioni per scoprire non solo nuove culture e tradizioni, ma anche qualcosa in più di sé stessi proprio in rapporto all’altro che viene incontro, e talora impaurito si nasconde con tutto il suo trascorso di vita da conoscere e da cui lasciarsi affascinare. Ha sempre amato spostarsi in diverse città non solo italiane, ma anche straniere passando dall’Europa all’Asia: percorsi di vita da cui è tornata con un bagaglio in più negli occhi e nel cuore.
Il motivo del viaggio quale arricchimento culturale e personale, ma anche percorso per acquisire consapevolezza di un risvolto sociale legato ai meccanismi del progresso e del potere dei Paesi industrializzati, è al centro del suo libro di racconti “Dall’India a Lampedusa Soste di viaggio” Wip Edizioni (2019) che viene presentato a Roma presso la Libreria Hora Felix in Via Reggio Emilia, 89 domani pomeriggio alle ore 18.
A moderare l’incontro è Loredana D’Alfonso scrittrice di racconti, romanzi gialli, poesie, giornalista e poetessa, mentre relatore è Sandro Angelucci poeta raffinato e sensibile, saggista e critico letterario di successo. Le letture di alcuni passi dei racconti che suonano quali scoperta di sé stessi, sono a cura di Federica Sciandivasci poetessa e scrittrice, l’intervista a cura della sociologa Antonella Pagano, scrittrice, poetessa, artista intensa ed espressiva nel suo esplorare i diversi linguaggi dalla pittura alla scultura, dal teatro alla performance con estrema disinvoltura e originalità.
Ciascun racconto custodisce un passo verso il riconoscimento di alcune riflessioni ed emozioni, che solo in paesi diversi dal nostro, a contatto con altre culture e tradizioni, non necessariamente troppo lontane, possono affiorare. Così ci si sofferma a riflettere sulle sofferenze e disagi di chi è costretto a fuggire, ad emigrare, a vivere in assoluta povertà, ma anche sulla bellezza di scenari incontaminati dove gli animali vivono in perfetta armonia con il proprio habitat.
Da qui l’invito ad accogliere chi è diverso, nel rispetto di sé e dell’altro e in generale per la vita di ogni essere, lasciando da parte il giudizio. Queste le parole dell’autrice in un’intervista ad Antonio Tabucchi riferita al suo libro ‘Viaggi e altri viaggi’: “Ciò che quel luogo provoca in noi nel guardarlo e viverlo non è fotografabile. Raccontarlo non significa descriverlo, ma riuscire a dire, anche in minima parte, le emozioni che vi ha lasciato’. E inoltre: ‘Per poter raccontare, l’esperienza viva resta fondamentale… Per poter scrivere, devo aver toccato con mano la frutta del suk di Aleppo… Solo a posteriori, arriva la scrittura, dopo aver vissuto, viaggiato”.
Da queste parole si evince come per Ester Cecere viaggiare sia vivere, o meglio viere attraverso diversi incontri, esperienze a contatto con persone. I protagonisti dei suoi racconti testimoniano come il viaggiare determini il cambiamento in seguito ad esperienze a contatto con abitudini e modi di essere lontani dal nostro.
Viaggio quindi come viaggio dentro di sé e viaggio verso il cambiamento. Ogni sosta diventa occasione per soffermarsi a pensare su un percorso fatto e su come procedere in un iter che è sempre in evoluzione. Il libro di Ester Cecere non è un diario di viaggio come si può intendere tradizionalmente in cui vengono annotati fatti che accadono di giorno in giorno ma, come scrive Sandro Angelucci nella sua relazione al libro, “… le sue esperienze diventano le nostre, ma che lo divengano davvero, che scendano nei meandri dell’anima del lettore facendola uscire dallo stato di apatia e di torpore in cui, troppo spesso ahimè, viene sequestrata ed esiliata dalla superficialità di un vivere distratto ed egocentrico”.
Il dolore che affiora in alcune storie legate alla povertà, ma anche alla perdita di tutto ciò che sono la propria famiglia e la casa, compresa la propria libertà, diventa desolazione per l’animo, come anche il vedere aree della Terra devastate da inquinamento e incendi fa pensare a quanto ancora ci sia da lavorare per restituire all’intero ecosistema il perduto equilibrio. Il paesaggio viene da lei descritto con profonda partecipazione emotiva come in “Tramonto al Taj Mahal” dove le scimmie sono descritte nella loro gestualità quotidiana in perfetta armonia con la natura loro introno.
Come afferma sempre Sandro Angelucci si tratta di una letteratura “fondamentalmente simbolica, didascalica ed umanistica. Una narrazione che più di raccontare si preoccupa di scuotere, di ridestare”. Attraverso l’altro che ci viene incontro e dal quale talora ci si allontana, si possono riconoscere aspetti del proprio pensiero, diverse sfumature emozionali. Ogni viaggio è un’emozione che parte dagli occhi e arriva al profondo dell’anima, che diventa tangibile affinché resti come sigillo nel proprio vissuto. Il viaggio diventa metafora per la riscoperta di sé attraverso le società mettendo in evidenza diversi aspetti che sul piano sociale vedono in prima linea la povertà, l’immigrazione, l’inquinamento.
SILVANA LAZZARINO