“Burrasche e Brezze”
Intervista di Silvana Giuliano per Nuovo Dialogo - gennaio 2011
E’ racchiuso in una citazione di Salvatore Quasimodo, “La poesia è la rivelazione di un sentimento che il poeta crede che sia personale e interiore, che il lettore riconosce come proprio”, il sentimento poetico che l’autrice Ester Cecere, esprime nel suo primo libro Burrasche e Brezze, edito da Albatros Roma.
Ester ha tre grandi passioni: il mare, la ricerca e la scrittura. Il mondo marino, in particolare, è molto più che un semplice lavoro. La poetessa - laureata in biologia marina e primo ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto Ambiente Marino Costiero, ex talassografico, l’istituto, fondato da Attilio Cerruti nei primi decenni del secolo scorso, con sede a Taranto in Via Roma 3 - ha fatto della tutela e della “salute” del mare e dei suoi “abitanti” un’autentica ragione di vita.
Ho iniziato a scrivere fin dall’età di 14 anni, racconta l’autrice, poi i miei pensieri sono diventati una raccolta di brevi componimenti poetici che avrei dovuto intitolare “Solo per me”. Non avrei mai pensato di pubblicarli, perché comunicare agli altri le mie sofferenze e le mie gioie, sentimenti comuni a tutti, è una scelta che va ponderata e maturata, infatti, ho atteso circa quarant’anni. Sono solita dire, che nelle mie vene non scorre sangue, ma acqua di mare, ecco perché la maggior parte dei miei componimenti sono legati al mare, autentica metafora della vita. Nel libro sono trattati anche altri argomenti come leggiamo in “Ho scoperto la luna”, un tema caro a molti poeti, che Ester tratta in forma di dialogo: “Solo ora alzo lo sguardo/ e ti vedo./ Luminosa,/ immobile, mi guardi./… Questa sera solo/ m’accorgo/ che al di la della finestra/ esisti”. “In morte di papa Giovanni Paolo II”, traspare un profondo sentimento religioso, infatti così conclude: “noi quaggiù/ di dolore e di speranza intrisi”. La mia fede è forte e salda, ha precisato Ester, anche se devo riconoscere che ha conosciuto alti e bassi; ritengo, che non sia difficile conciliare scienza e fede, per me l’apparizione della prima cellula, è dovuta alla volontà di Dio. In “Burrasche e Brezze” vi sono pagine intime, come quando esprime il dolore per l’amica scomparsa, o nelle poesie dedicate alla maternità. In “51° compleanno” così recita: Benvenute rughe!/ Segno degli anni/ di eventi affrontati/ di vita vissuta./ Visi ci sono che non vi hanno conosciute”.
Il volume è stato presentato in concomitanza con le festività natalizie, fra i tanti amici presenti, anche l’on. Domenico Amalfitano, che ha così commentato: “E’ importante che persone impegnate nella ricerca mostrino i propri sentimenti. Ester è sempre la ragazza brillante e volitiva che agli inizi degli anni Ottanta protestò contro la chiusura dell’istituto talassografico, coinvolgendo un certo numero di giovani ricercatori, che con il proprio impegno hanno conferito prestigio all’istituto. Oggi scopro in Ester questa vena poetica, non improvvisata. Guai a quei paesi dove ci dovesse essere lo sciopero dei poeti; credo fermamente che avere le capacità di esprimersi nel genere letterario della poesia, significa speranza, una speranza collettiva. Questo è il compito della poesia”. I proventi derivati dalla vendita delle copie durante la sera della presentazione, sono stati devoluti in beneficenza, all'Associazione Lega del Filo D'Oro onlus e Africa Mission.
Silvana Giuliano
Intervista di Silvana Giuliano per Nuovo Dialogo - gennaio 2011
E’ racchiuso in una citazione di Salvatore Quasimodo, “La poesia è la rivelazione di un sentimento che il poeta crede che sia personale e interiore, che il lettore riconosce come proprio”, il sentimento poetico che l’autrice Ester Cecere, esprime nel suo primo libro Burrasche e Brezze, edito da Albatros Roma.
Ester ha tre grandi passioni: il mare, la ricerca e la scrittura. Il mondo marino, in particolare, è molto più che un semplice lavoro. La poetessa - laureata in biologia marina e primo ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto Ambiente Marino Costiero, ex talassografico, l’istituto, fondato da Attilio Cerruti nei primi decenni del secolo scorso, con sede a Taranto in Via Roma 3 - ha fatto della tutela e della “salute” del mare e dei suoi “abitanti” un’autentica ragione di vita.
Ho iniziato a scrivere fin dall’età di 14 anni, racconta l’autrice, poi i miei pensieri sono diventati una raccolta di brevi componimenti poetici che avrei dovuto intitolare “Solo per me”. Non avrei mai pensato di pubblicarli, perché comunicare agli altri le mie sofferenze e le mie gioie, sentimenti comuni a tutti, è una scelta che va ponderata e maturata, infatti, ho atteso circa quarant’anni. Sono solita dire, che nelle mie vene non scorre sangue, ma acqua di mare, ecco perché la maggior parte dei miei componimenti sono legati al mare, autentica metafora della vita. Nel libro sono trattati anche altri argomenti come leggiamo in “Ho scoperto la luna”, un tema caro a molti poeti, che Ester tratta in forma di dialogo: “Solo ora alzo lo sguardo/ e ti vedo./ Luminosa,/ immobile, mi guardi./… Questa sera solo/ m’accorgo/ che al di la della finestra/ esisti”. “In morte di papa Giovanni Paolo II”, traspare un profondo sentimento religioso, infatti così conclude: “noi quaggiù/ di dolore e di speranza intrisi”. La mia fede è forte e salda, ha precisato Ester, anche se devo riconoscere che ha conosciuto alti e bassi; ritengo, che non sia difficile conciliare scienza e fede, per me l’apparizione della prima cellula, è dovuta alla volontà di Dio. In “Burrasche e Brezze” vi sono pagine intime, come quando esprime il dolore per l’amica scomparsa, o nelle poesie dedicate alla maternità. In “51° compleanno” così recita: Benvenute rughe!/ Segno degli anni/ di eventi affrontati/ di vita vissuta./ Visi ci sono che non vi hanno conosciute”.
Il volume è stato presentato in concomitanza con le festività natalizie, fra i tanti amici presenti, anche l’on. Domenico Amalfitano, che ha così commentato: “E’ importante che persone impegnate nella ricerca mostrino i propri sentimenti. Ester è sempre la ragazza brillante e volitiva che agli inizi degli anni Ottanta protestò contro la chiusura dell’istituto talassografico, coinvolgendo un certo numero di giovani ricercatori, che con il proprio impegno hanno conferito prestigio all’istituto. Oggi scopro in Ester questa vena poetica, non improvvisata. Guai a quei paesi dove ci dovesse essere lo sciopero dei poeti; credo fermamente che avere le capacità di esprimersi nel genere letterario della poesia, significa speranza, una speranza collettiva. Questo è il compito della poesia”. I proventi derivati dalla vendita delle copie durante la sera della presentazione, sono stati devoluti in beneficenza, all'Associazione Lega del Filo D'Oro onlus e Africa Mission.
Silvana Giuliano