- “L’evoluzione delle forme poetiche. La migliore produzione poetica dell’ultimo ventennio (1990-2012). Archivio Storico.” A cura di Ninnj Di Stefano Busà e Antonio Spagnuolo. Kairos Edizioni (Tipografia Alfa, Napoli). 2013. Pp 47, 334. |
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-"Lettura di testi di autori contemporanei" di Nazario Pardini, prefazione di Pasquale Balestriere. The Writer Editions, Milano, 2014. |
- “Letteratura Italiana Contemporanea. Figure e orientamenti”. A cura di Andrea Pellegrini e Cristiana Vettori. Saggio introduttivo di Marino Biondi. Edizioni Helicon (Digital Team – Fano, PU). 2013: 169-170.
Profilo Critico “Nata a Taranto dove e vive e lavora come ricercatore presso il C.N.R. ha esordito in poesia con la silloge Burrasche e Brezze (2010); seguita da Come foglie in autunno con prefazione di Ninnj Di Stefano Busà (2012). Una sua poesia Centrale nucleare compare nel libro Scissione blues. Poesie contro le centrali nucleari a cura di Daniele Giancane (2011). Ha partecipato a numerosi premi e concorsi letterari ottenendo lusinghieri riconoscimenti sia di pubblico che di critica. Sospesa tra lirismo e realismo, Ester Cecere è autrice di brani più simili a quadri, i cui colori sono però elementi della natura elevati a simboli, cosicché le percezioni diventano analogie, afflati che, grazie a una elaborazione letteraria alta, sono specchio di proiezioni interiori dense di significati. Si intuisce il doloroso sapore della vita: "Ché siccitosa è la stagione / e arida la terra”. L'uomo sembra in scacco, ma nella lirica "La lampara" affiora, necessitata dall'eterno istinto per la sopravvivenza, la speranza che vi sia una luce per la quale si potrà trovare forse "la sponda”. L'io creativo dell'autrice esplora le profondità dell'anima, reinterpreta le fasi alterne della vita fatte di "scampoli di amore e di mani incerte che tendono”, avverte lo smarrimento senza indicare certezze ma abbracciando la speranza fatta "di fiori che sboccino ancora”. Le liriche sono simili a paesaggi interiori destinati ad un pubblico che predilige l'intuito non razionale della parola poetica, capace di reinterpretare i sogni infranti e di incitare l'uomo a concepire la vita in modo da elevarla all'altezza della sua spiritualità. Per l'autrice la poesia è il più sublime mezzo conoscitivo che può regalare momenti di autentica pienezza.” (Paola Olivieri Alfinito) |