Motivazione per la silloge "Burrasche e Brezze"
“Premio del Presidente” alla XXV Ed. Premio “Val di Magra Roberto Micheloni” (Aulla, MS, 2011), in particolare per la poesia "Farsa":
"La forza straordinaria della poesia di Ester Cecere sta nella precisione ideativa dell'abbaglio poetico, che è lampo accecante ma anche bagliore di comprensione e connessione delle parti separate, con una marca timbrica di enigma che richiama velatamente alle massime esperienze ermetiche dello scorso secolo. L'arcano dell'esistenza- e il mistero e il segno -è tutto compreso in quella purissima fiamma, che rappresenta un approdo bifronte: resa e attesa, insieme. Il fascino della lirica, ipometricamente intensa, poggia quindi sulla maestria del controllo della parola, sulla capacità di condurla nuda alla pagina, per accentuarne il valore autonomo e primo di significazione. Una parola efficacemente piegata, magistralmente dispiegata e comunicativa" (Marina Pratici) da "Le voci del Cenacolo" a cura di Marina Pratici. 2012. Edizioni Helicon. Digital Team - Fano (PU).
Motivazione per la poesia inedita "Alluvione"
Premio della Giuria alla I Edizione del premio "Città di Pontremoli" (2012):
"Una visione intimistica di un evento catastrofico che ha distrutto uomini e cose: decisamente nuova questa interpretazione dell'alluvione, altalenante dal materiale allo spirituale, oscillante tra gli elementi concreti e quelli dell'anima. Pare quasi che la poetessa voglia assimilare ciò che è accaduto nei tragici momenti del disastro con ciò che accade nel cuore degli uomini, cosicché anche i versi della lirica si alternano in direzioni diverse, a osservare effetti drammatici dentro e fuori dalle persone coinvolte nella tragedia" (Rina Gambini) da "Città di Pontremoli Concorso di Letteratura a carattere internazionale. Poesia e arte in Lunigiana". Antologia a cura di Rina Gambini. 2012. Collana la Bussola. Le Edizioni del Porticciolo. Litografia Conti snc La Spezia.
Motivazione per la silloge "Burrasche e Brezze"
alla II Ed. Premio "Luce dell'Arte" (Roma, 2011):
"Raccolta poetica che abbraccia le tematiche più svariate attingendo continuamente alle immagini rilassanti del mondo marino e del cielo, pregna di sentimenti ed esperienze vissute tangibili attraverso l’uso di un linguaggio diretto e naturale. Dono eccezionale dell’autrice è la capacità intrisa di pathos, a tratti evocatrice di teatralità" (Carmela Gabriele).
Motivazione per la silloge "Burrasche e Brezze"
menzione d'onore alla VII Edizione Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “VOCI 2012” (Circolo I.P.LA.C.):
Molteplici sono le motivazioni che inducono Ester alla riflessione. I temi più ricorrenti sono quelli dell’Amore e della Morte, e li troviamo spesso frammisti alle immagini di una natura matrigna (…gli ombrosi anfratti, la…rovente sabbia, un…bocciolo non schiuso), di creature tormentate (…lucciole impazzite nella notte, un…povero ubriaco traballante, …l’urlo della mente) oppure immersi in atmosfere idilliache: le evasioni dell’anima dalla gabbia del tormento riescono a donare…lunghissimi attimi di fatata intimità, fanno sentire la …presenza salda ed incrollabile di chi si ama, e dal Natale fanno sgorgare …un luccichio come di mille stelle. E il male o la gioia di vivere l’autrice li sperimenta assiduamente accanto al mare – di cui è attenta e appassionata osservatrice- e alle sue più fedeli compagne: le burrasche (simboli dell’intemperanza) e le brezze (emblemi della moderatezza).
Burrasche e brezze rappresentano quindi l’una la tempesta dell’anima, l’altra lembi d’azzurro che gli occhi scaldano.
Nota critica sul racconto inedito “Non uccidete quell’uomo!”
Finalista (IV posto ex-aequo) per la narrativa inedita alla XXXVII Edizione del Premio Casentino 2012:
"Prosa di memoria attraversata da vibrazioni ancora vive e presenti alla mente quanto alla scrittura evocatrice, la pagina di Ester Cecere, così ben pulsata nel suo aspetto affabulatorio ma non per questo meno accesa da istanze commentative, viene a porsi in quell’area dell’odierna proposta narrativa che all’interno di un taglio ritmico e stilistico da racconto breve sa indicare il tessuto e il respiro di un possibile romanzo.” (Rodolfo Tommasi) (da “Poeti e Scrittori contemporanei allo specchio. Le Muse. Collana di Antologie. Edizioni Helicon S.a.s. Digital Team, Fano, PU)
Motivazione per la silloge "Burrasche e Brezze"
3° Posto alla XIX Ed. Premio Città di Bitetto (Bitetto, Bari):
“La poetessa comunica i suoi stati d’animo, apre la porta del suo cuore con dolcezza. I suoi messaggi poetici sono recepiti dai lettori tra tormento ed estasi, tra i “gemiti sommessi” e le “urla disperate” che somigliano alle burrasche del mare, le tempeste contro le quali lottiamo.
La poesia consente di tollerare la realtà e introduce la cifra della verità dolorosa dell’esistenza.
Dopo le tempeste, arrivano le brezze e i momenti di sollievo. L’essere umano è un tutt’uno con la natura di cui è figlio.”
Motivazione per la silloge "Come foglie in autunno"
Premio Speciale I.P.LA.C. (Insieme Per LA Cultura) alla I Ed. del Premio Internazionale di Arti Letterarie THESAURUS (Matera)
"Ester Cecere merita il Premio Speciale IPLAC Insieme Per LA Cultura per l'appartenenza del suo nuovo testo poetico che già tanti consensi ha raccolto in altri analoghi eventi, al mondo della poesia emozionale.
Attraverso dei rapidi e folgoranti flash siamo indotti a penetrare un ambito poetico di grande complessità. Complessità determinata dall'avventurarsi della sua poesia in tanti differenti terreni. Da quello della memoria, dell'introspezione, degli affetti a quello della tensione personale verso nobili obiettivi umani".
Motivazione per la silloge "Come foglie in autunno"
3° posto nella sezione Poesia crepuscolare al Premio Leandro Polverini 2012 (Anzio, Roma)
"La cristallina fluidità, la sonorità morbida e suadente e insieme netta e scandita, la schietta immediatezza lirica con qualcosa dell'antico senso latino acquistano una intensa, e quasi struggente, sfumatura espressiva laddove i versi crepuscolari sintetizzano, come foglie in autunno, con lucida amarezza, senza alcun compiaciuto indugio elegiaco, la crisi e il tramonto di una vita."
Motivazione per il riconoscimento di Finalista alla XXX Ed. Premio FIRENZE-EUROPA “MARIO CONTI”
“Seppure nonno e nipote, Carmelo e Giovanni, siano due perfetti estranei che, all’improvviso si trovano accomunati da uno straziante dolore, grazie ad una fiabesca bugia, sgorgherà tra loro un nuovo ed imprevedibile dolcissimo affetto”
Motivazione per il Premio Speciale “Talenti Vesuviani” alla VI Ed. del Premio “Città di San Giorgio a Cremano”
“Per la sensibilità espressa attraverso la poesia, a dimostrazione che essa gode ancora di forte interesse sociale, capace ancora di attrarre Animi Nobili che, avvicinandosi ad essa, continuano a creare nel tempo Versi e Rime in grado di alimentare Sensibilità e Amore”
Motivazione per il 1° Posto alla XI Ed. del Concorso Letterario "Bardi e Menestrelli" (Casorate Sempione, VS)
"Con una serie di immagini che rimbalzano, armonicamente, l'un l'altra si definisce il silenzio come dimensione sempre presente e inconoscibile"
Motivazione per il Premio della Giuria alla II Ed. Premio Letterario “Città di Pontremoli 2013” alla poesia inedita "T’ingannò la sfera di cristallo" (Pontremoli,MS)
“Una vita di speranze deluse, di attese irrealizzate, quella della madre della poetessa alla quale dedica una composizione piena di femminile solidarietà, di comprensione e di affettuosità filiali. L’immagine iniziale della sfera di cristallo è particolarmente suggestiva per l’impatto emotivo che genera e che lascia intravedere una serie di inganni esistenziali delineati con gentilezza e con note di dolce rimpianto, con linguaggio sobrio eppure fortemente espressivo” (Rina Gambini)
(da Concorso di Letteratura a carattere internazionale Città di Pontremoli 2012. Poesia e arte in Lunigiana. Antologia a cura di Rina Gambini. Collana la Bussola. Le Edizioni del Porticciolo. Litografia Conti snc, SP)
Motivazione per la Segnalazione al racconto inedito al Concorso di Poesia, Narrativa e Teatro “Speciale donna 2013”
“La sottomissione della donna ha la stessa origine del sistema schiavistico. In una moderna società civile, nessun motivo può ammettere la subordinazione perpetua di un essere umano ad un altro. Tuttavia solo una minoranza di donne si batte attivamente per i propri diritti. La protagonista di questo racconto ne è un esempio.”
(Luisa Di Maso e Livia De Pietro) (Speciale Donna 2013. Poesie, racconti e copioni teatrali premiati e segnalati. Associazione M.A.R.E.L. Texmat,Roma);
Motivazione per la silloge "Come foglie in autunno" - 1° posto assoluto al Premio Internazionale EUROPA XIV Ed. 2013 (Lugano, CH)
"Splendida raccolta poetica dove nostalgia e sconforto, speranza e delusione, paura e coraggio, si alternano e si rincorrono in una altalena di emozioni. Un viaggio faticoso ma affascinante verso la scoperta del proprio io, delle proprie emozioni e del grande mistero della vita" (Manuela Bonfanti);
Motivazione per la silloge "Come foglie in autunno" - 4° posto al Premio "Voci - Città di Abano Terme" VIII Ed. (Abano, PD)
"Silloge al femminile, caratterizzata dall'arte della brevità e dal carattere asciutto, strizzato, eppure ricco di carica emozionale. L'Autrice introduce la Raccolta con un verso di Ungaretti, "uomo di pena" e l'intera raccolta è permeata dal mal di vivere che caratterizza l'Artista, ma anche da venti di speranza e di passione. Lo stile, curato, fluido e musicale, recupera la categoria del timbro. "Come foglie in autunno" può definirsi un lungo affresco di stati d'animo stordenti, che incatenano il lettore" (Roberto Mestrone);
Motivazione per la silloge "Come foglie in autunno" - 1° premio assoluto libro edito di poesia; vincitore assoluto del concorso alla VIII edizione Premio “Vitruvio” 2013 (Lecce)
“Momenti di un’esistenza contrassegnata da caldi affetti familiari, dolorose perdite e delusioni. E insieme aspetti della natura assorbiti in un tessuto di personale meditazione, costituiscono la trama di "Come foglie in autunno" di Ester Cecere. Immagini ed emozioni, notazioni brevi e immediate si cristallizzano in una scrittura poetica di spirituale tensione, nella ricerca di un significato della vita. Così, nonostante il dolore e la morte, e il silenzio o la lontananza di Dio, finisce con aleggiare, se non con prevalere, la speranza, o la certezza del trascendente” (La Giuria);
Motivazione per il riconoscimento di Finalista al racconto inedito alla 7a Ed. del Premio Città di Perugia 2013
“Tra le suggestioni della natura e della mitologia classica, una famiglia in una gita in barca nelle isole greche, fa riaffiorare con levità i ricordi di letture non solo scolastiche.
Ad essere riportato, naufrago, a Itaca, invece di Ulisse, è però un cagnolino salvato dalle onde del mare” (La Giuria Tecnica);
Motivazione per la silloge "Come foglie in autunno" - Premio Franz Kafka Italia III Edizione 2013. Sezione Poesie “Premio Speciale della Giuria (Gorizia)
“La raccolta di poesie “Come foglie in autunno” (Pescara 2012: Edizione Tracce) di Ester Cecere si incentra sul grande tema della caducità della vita, come esplicita già il titolo stesso, sulla sofferenza del dovere cadere come le foglie e di perdere gli affetti anch’essi come foglie al vento d’autunno. Ester Cecere sa sintetizzare spesso in poche sapienti parole creative, veracemente poetiche, interi mondi come ad esempio nella parabola della vita rappresentata in “Carillon” (14): lo scrigno che racchiude tesori e suoni che rivela una volta aperto, deve richiudersi e far così cessare la musica, la danza della ballerina che si dispone al sonno accompagnata dalla nostalgia di vita, dai ricordi di quando danzava secondo l’aria e il ritmo della melodia. La poesia della Cecere, drammatica per quanto sempre accolta entro i canoni della bellezza estetica più fine, raggiunge anche punte tragiche, come in “Inganno” (20), evocazione della sofferenza umana, la quale tuttavia è ammantata di una tale bellezza che invece di spaurire consola, come è dato immancabile dell’arte” (Rita Mascialino);
Motivazione per il 2° posto alla 15a Ed. del Premio di Poesia e Narrativa “Emozioni e Magie del Natale” sezione Narrativa Inedita (Piacenza)
"La voglia di vivere di un bambino rimasto orfano da poco farò breccia nel cuore addolorato di suo nonno. Racconto profondo e sofferto in cui due solitudini – apparentemente inconciliabili – si accostano e si stemperano nell’affetto reciproco”;
Motivazione per la silloge "Fragile. Maneggiare con cura" – Terzo posto assoluto alla III Ed. Premio “Città di Pontremoli” (Pontremoli 2014)
Troppo fragile è il cuore di una donna, troppo delicati i sentimenti, le emozioni, i pensieri: non bisogna mai dimenticare che vanno trattati con riguardo, come fossero cristalli pregiati. Da questo nasce la raccolta “Fragile. Maneggiare con cura”, titolo emblematico per una miriade di sensazioni tutte al femminile, che attraversano il vissuto della poetessa. Tante composizioni per lo più brevi, mai effusive, lucide, e concrete nella sensibilità acuta di un’interiorità sviscerata con consapevolezza e con sincerità (Rina Gambini) (da Concorso di Letteratura a carattere internazionale Città di Pontremoli III Edizione 2014. Poesia e arte in Lunigiana. Antologia a cura di Rina Gambini. Collana la Bussola. Le Edizioni del Porticciolo. Litografia Conti snc, SP);
Motivazione per la silloge "Fragile. Maneggiare con cura" – Secondo posto assoluto alla IV Ed. Premio “Scriviamo Insieme” (Roma 2014)
Nel titolo di questa preziosa raccolta è già insito un avvertimento "maneggiare con cura" ed insieme un disvelamento dell'io lirico dell'autrice. "Fragile" esprime pienamente la sua condizione esistenziale, fragile agli attacchi ed alle insidie della realtà che la circonda, insicura e smarrita "nell'universo che smisura", frammentata e piegata da un mondo denso di disillusioni. Soltanto dopo un lungo travaglio sembra emergere dai suoi versi una speranza "una folata di vita ho respirato... forse, muterò il lamento in canto". Traspare allora, da quel tunnel buio, la luce di un varco e l'inquietudine diviene pian piano desiderio e spinta verso la rinascita ed il ritrovamento. Affiora un soggetto ancora integro, cosciente di sé, capace di libertà e volontà, fortemente aggrappato alla sua identità di donna fragile sì, ma non priva di speranza di poter "volare almeno un giorno" mutando la crisalide che è in lei in farfalla (La Giuria);
Motivazione per la silloge "Fragile. Maneggiare con cura" – Premio Speciale “Comune di Montignoso” alla IX Edizione del Premio “Voci – Città di Abano Terme” (Abano Terme 2014)
“E’ un libro di poesie in cui l’autrice affronta e sviluppa il suo percorso di vita, andando però oltre il suo personale vissuto per porre una visione complessiva, e amara, dell’esistenza. Ne viene fuori una visione dell’essere intessuta di emozioni, sensazioni, drammi segnati dalla disillusione e dal dolore e, connotata – alla maniera leopardiana – da un pessimismo cosmico in cui si avverte il senso della precarietà del vivere e da cui affiora il rimpianto d’antiche gioie e di giorni felici: perché tutto è destinato a naufragare nel gran mare del tempo, che fugge inesorabilmente nel mentre irride sulle illusioni dell’uomo. Ma la poetessa da questa tragica condizione riesce ad evadere, trovando nella poesia, ed anche nell’impronta del divino che s’avverte nelle cose, l’ancora di salvezza, la provvida catarsi da ogni, efferato, disinganno. Sul piano stilistico siamo di fronte ad un versificare molto armonioso e musicale, che l’autrice affida al ritmo di versi metrici – trisillabi, quaternari, novenari, endecasillabi, questi ultimi anche spezzati – e in cui si nota una appropriata scelta di parole combinate in felici metafore: ciò a dimostrazione di un testo sicuramente valido sul piano letterario, che raggiunge pienamente l’intento di coinvolgere ed emozionare il lettore, stimolandolo a riflessioni profonde. Il Presidente della Giuria, Roberto Mestrone
Motivazione per la silloge "Fragile. Maneggiare con cura" - Premio Franz Kafka Italia IV Edizione 2014. Sezione Poesie “Premio Speciale della Giuria” (Gorizia)
"La raccolta di poesie di Ester Cecere Fragile. Maneggiare con cura (Napoli: Kairòs Edizioni: 2014) presenta i sentimenti più intimi degli umani, in particolare quelli della poetessa, come qualcosa di fragile, di delicato, pertanto di necessitante un trattamento attento e riguardoso, mentre ciò non sempre si verifica ed anzi spesso capita che essi siano spezzati e calpestati con più O meno grave danno della loro struttura psichica, della personalità dell'individuo che non sempre può riaversi e che comunque, al dire della poetessa, non sarà mai più come era prima di aver subito quei danni. Alla considerazione dei sentimenti come oggetti da trattare con la massima cura corrisponde lo stile particolare in cui sono redatte le composizioni: in esse il verbo coniugato a modo finito viene posto spesso in fondo alla frase nella costruzione cosiddetta SOV, soggetto, oggetto e verbo e non in quella più usuale SVO, soggetto, verbo e oggetto. Si tratta di una costruzione che ricorda da vicino il fraseggiare dei più antichi linguaggi, del latino ad esempio, di cui è rimasta ancora traccia nelle parlate regionali del Sud Italia. Questa scelta, inconscia o conscia che sia stata nella poetessa, risponde ad una necessità espressiva dell' Autrice già presente qui e là nelle opere precedenti, ma che si è andata intensificando in questa raccolta. Dove il verbo è posposto in fondo alla frase, viene data preminenza tra l'altro ai sostantivi e agli aggettivi che vengono così a costruire immagini di colori e oggetti, di emozioni ad essi collegate come se tali emozioni fossero fuori da schemi linguistici contenitivi e rassicuranti e ottenessero con ciò maggiore pregnanza, ovviamente anche maggiore fragilità. Così le poesie di Ester Cecere propongono immagini ed emozioni prima che frasi compiute come mostra il verbo spesso collocato alla fine della frase, ciò che dà
preminenza immaginifica all'espressione, rendendo il linguaggio poetico più che mai intuitivo e vicino alle immagini portatrici di significati inconsci dalle quali sorge."
Rita Mascialino
Motivazione per il 1° posto assoluto alla II Ed. del Concorso di Poesia "Le Grazie, La Baia dell'Arte" alla poesia inedita "Principessa (Le Grazie, SP)
"Una fanciulla giace immersa in un sonno profondo, vittima di un destino ingiusto che si è accanito contro di lei. Un sonno di cui non s'intravede il risveglio, che si annuncia drammaticamente senza fine.
Eppure la poetessa spera, si augura che quel forzato riposo sia sereno, svuotato della tragedia che l'ha generato, e sia soltanto rigeneratore per un prossimo, felice ritorno alla vita.
Come la principessa della fiaba, Mary è sospesa nel tempo, in attesa di tornare alla sua splendente giovinezza: così la vuole il tenero cuore della poetessa, così la lirica auspica la guarigione con un dolce messaggio d'auguri.
Ed è una lirica dal sapore di favola moderna, una composizione ariosa e gentile, che contrappone alla drammaticità della situazione immagini e figure limpide, serene, metafora di un profetico epilogo risolutore" (Rina Gambini)
Motivazione per la silloge "Fragile. Maneggiare con cura" – Primo premio assoluto alla XVIII Ed. del Premio “S. Maria in Castello” (Vecchiano, Pisa, 2015)
Nella concezione dell'Autrice la constatazione della fragilità, e quindi della vulnerabilità, precarietà e provvisorietà, connaturate all'esistenza di ogni creatura, non è l'occasione di una chiusura pessimistica e amaramente rinunciataria dinanzi ai tanti e vari episodi della vita, ai molteplici aspetti di essa, spesso misteriosi e insidianti eppur sempre avvincenti; se il "cammino" risulta "oscuro di insidie", nondimeno la Poetessa si abbandona - "sospinta dal vento" - a un'aerea danza, conscia del fatto che "nel quotidiano grigiore, / frenetico e ansante, / simultanei baleni / nello stesso frammento d'infinito s'intrecciano". In una versificazione agile e armoniosa, in un linguaggio stilisticamente sobrio e incisivo, la rappresentazione della dialettica, anche aspra e dolorosa del vivere, approda, comunque, a un desiderio reiterato di partecipazione appagante e confortatrice: "Il rapido fuggire / della sabbia / sotto i piedi m'è rimasto. / Del mare / solo il profumo ho respirato. / Quel tanto / da desirarlo ancor di più" (Fuori tempo, vv. 8-14). La Giuria
Motivazione per la silloge "Fragile. Maneggiare con cura" – Quarto posto assoluto alla XXI Ed. Premio “Poseidonia-Paestum” (Paestum, 2015)
Il linguaggio attinge le sue metafore e le sue immagini sincopate alla natura, fonte di ispirazione non tralasciando, nella brevità dei versi, riflessioni semanticamente poetiche.
Motivazione per la raccolta di racconti "Istantanee di vita" - 4° posto alla III Ed. del Premio “Città di Sarzana” (Sarzana, SP, 2015)
"Per il vibrante corpus narrativo quasi ad essere non proprio istantanee ma fotocopie"
Motivazione per il 1° posto assoluto al racconto inedito “Le grida dei gabbiani” alla III Ed. del Premio “Le Grazie, Porto Venere, la Baia dell’Arte” 2015
(Porto Venere, SP)
“Un dramma collettivo, quello del naufragio di una barca carica di migranti, ed uno personale, quello di un pescatore che ha raccolto corpi stremati o senza vita sentendo
le urla disperate di chi non riusciva a trovare scampo; sullo sfondo, le grida dei gabbiani, che echeggiano costantemente nella testa del povero Sarino, incapace di accettare d'aver dovuto abbandonare tante vite al loro destino.
Una narrazione emozionante, coinvolgente, che fa rivivere momenti tragici attraverso il racconto dell’uomo, un racconto ricco di suoni e di visioni, di ricordi e di introspezioni, denso di sentimenti che l'uso occasionale del dialetto rende vivi e veri. Uno scorrere agile ed elegante di una scrittura precisa, nitida ed al medesimo tempo poetica.
Un racconto che arricchisce il lettore e, nella sua attualità, propone i valori senza tempo della solidarietà e dell'amore.” (Il Presidente di Giuria, Rina Gambini)
Motivazione per la raccolta di racconti "Istantanee di vita"–Premio Speciale della Giuria alla V Ed. Premio “Scriviamo Insieme” (Roma 2015)
“Abbiamo deciso di assegnare a "Istantanee di vita" il premio come migliore raccolta di racconti in quanto, al di là degli indiscutibili meriti stilistici e contenutistici, si è distinta nel vasto panorama di raccolte iscritte in concorso quest'anno per la capacità della scrittrice di interpretare al meglio quelle che sono le caratteristiche precipue di un racconto: coerenza, incisività, equilibrio di sequenze e dialoghi, caratterizzazione dei personaggi adeguata al limite temporale della narrativa breve. I singoli racconti che prendono vita e origine da episodi accaduti diventano fonte di attenzione, di riflessione e di sorpresa in chi legge.” (La Giuria)
Motivazione per il Premio Speciale del Presidente della Giuria alla poesia inedita “A volte, un bel ricordo” alla VI Ed. del Premio di Poesia “Laudato si' o mi' Signore” 2015 (Falconara Marittima, AN)
“Sono i ricordi che, tante volte, come fiamma di candela, lasciano un nero secco stoppino / che il cuore trafigge. Si tratta del brano poetico, Un bel ricordo, a volte, di Ester Cecere, scrittrice di brani carichi di emozioni, sentimenti e ricordi che vanno a costellare il suo vissuto quotidiano. Profondità di pensiero colmo di veridicità e di schiettezza. Breve lirica comparata alla fiamma di una candela che Vivace e sicura guizza / in lingue sottili sfogliandosi. / Luce diffonde.! Calore emana. ( ... ) Pian, piano / d'un tratto s'affioca, ( ... ) Poi, tace per sempre. / E resta di essa / un filo acre di fumo / che il sentimento disperde. Fotogramma e scatto fotografico di un animo molto sensibile e ricco di quella testimonianza poetica che ha bisogno di aprirsi per liberarsi e librarsi verso lo stadio della sublimazione.
Componimento in versi liberi, come è libera la psiche dell'Autrice, che intende raccontare, attraverso la delicata metafora della candela, il proprio stato d'animo con tutta la libertà e la spontaneità che il cuore e, spesso, la ragione le vengono a dettare.
Brano poetico suggerito da stagioni passate e presenti che L'hanno particolarmente toccata e continuano a suggerirLe momenti di ispirazione spazio-temporale. "Calore" e "veridicità" sono elementi che scaturiscono dalla vitalità di pensiero, tutto affascinato dalla fantasia del gioco di parole.
Sì, perché Ester Cecere ama giocare con la parola e, quindi, col pensiero che viene a concettualizzare la Sua quotidianità. Dunque una poesia personalizzata nel suo più intimo percorso naturale.
Un bel ricordo, a volte, poesia/canto, piccolo/grande quadro. Una voce, quella della nostra Poeta, che dal profondo del Suo Ego, dice e parla al cuore di chi viene a leggerLa.
Questa la ratio per cui la Cecere viene insignita del Premio Speciale del Presidente di Giuria.”
AD ASTRA! (Il Presidente di Giuria, Francesco Mulè)
Motivazione per la silloge "Fragile. Maneggiare con cura"
- 3° posto al Premio "Leandro Polverini" 2015, sez. Poesia Cosmica (Anzio, Roma)
“L’autrice si abbandona completamente al foglio, dà tutta se stessa alla pagina, in un impeto evocativo e di realismo lirico, per spiattellare la sua fragilità e la sua incertezza senza reticenza alcuna. La schiettezza, l’onestà intellettuale e, quel che più conta, l’onestà sentimentale. Sembra quasi che la poetessa scivoli in un pessimismo cosmico dove la stessa natura si piega al volere del canto, facendosi compagna e assidua lettrice degli stati d’animo che l’hanno ispirato.” (Tito Cauchi)
“Premio del Presidente” alla XXV Ed. Premio “Val di Magra Roberto Micheloni” (Aulla, MS, 2011), in particolare per la poesia "Farsa":
"La forza straordinaria della poesia di Ester Cecere sta nella precisione ideativa dell'abbaglio poetico, che è lampo accecante ma anche bagliore di comprensione e connessione delle parti separate, con una marca timbrica di enigma che richiama velatamente alle massime esperienze ermetiche dello scorso secolo. L'arcano dell'esistenza- e il mistero e il segno -è tutto compreso in quella purissima fiamma, che rappresenta un approdo bifronte: resa e attesa, insieme. Il fascino della lirica, ipometricamente intensa, poggia quindi sulla maestria del controllo della parola, sulla capacità di condurla nuda alla pagina, per accentuarne il valore autonomo e primo di significazione. Una parola efficacemente piegata, magistralmente dispiegata e comunicativa" (Marina Pratici) da "Le voci del Cenacolo" a cura di Marina Pratici. 2012. Edizioni Helicon. Digital Team - Fano (PU).
Motivazione per la poesia inedita "Alluvione"
Premio della Giuria alla I Edizione del premio "Città di Pontremoli" (2012):
"Una visione intimistica di un evento catastrofico che ha distrutto uomini e cose: decisamente nuova questa interpretazione dell'alluvione, altalenante dal materiale allo spirituale, oscillante tra gli elementi concreti e quelli dell'anima. Pare quasi che la poetessa voglia assimilare ciò che è accaduto nei tragici momenti del disastro con ciò che accade nel cuore degli uomini, cosicché anche i versi della lirica si alternano in direzioni diverse, a osservare effetti drammatici dentro e fuori dalle persone coinvolte nella tragedia" (Rina Gambini) da "Città di Pontremoli Concorso di Letteratura a carattere internazionale. Poesia e arte in Lunigiana". Antologia a cura di Rina Gambini. 2012. Collana la Bussola. Le Edizioni del Porticciolo. Litografia Conti snc La Spezia.
Motivazione per la silloge "Burrasche e Brezze"
alla II Ed. Premio "Luce dell'Arte" (Roma, 2011):
"Raccolta poetica che abbraccia le tematiche più svariate attingendo continuamente alle immagini rilassanti del mondo marino e del cielo, pregna di sentimenti ed esperienze vissute tangibili attraverso l’uso di un linguaggio diretto e naturale. Dono eccezionale dell’autrice è la capacità intrisa di pathos, a tratti evocatrice di teatralità" (Carmela Gabriele).
Motivazione per la silloge "Burrasche e Brezze"
menzione d'onore alla VII Edizione Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “VOCI 2012” (Circolo I.P.LA.C.):
Molteplici sono le motivazioni che inducono Ester alla riflessione. I temi più ricorrenti sono quelli dell’Amore e della Morte, e li troviamo spesso frammisti alle immagini di una natura matrigna (…gli ombrosi anfratti, la…rovente sabbia, un…bocciolo non schiuso), di creature tormentate (…lucciole impazzite nella notte, un…povero ubriaco traballante, …l’urlo della mente) oppure immersi in atmosfere idilliache: le evasioni dell’anima dalla gabbia del tormento riescono a donare…lunghissimi attimi di fatata intimità, fanno sentire la …presenza salda ed incrollabile di chi si ama, e dal Natale fanno sgorgare …un luccichio come di mille stelle. E il male o la gioia di vivere l’autrice li sperimenta assiduamente accanto al mare – di cui è attenta e appassionata osservatrice- e alle sue più fedeli compagne: le burrasche (simboli dell’intemperanza) e le brezze (emblemi della moderatezza).
Burrasche e brezze rappresentano quindi l’una la tempesta dell’anima, l’altra lembi d’azzurro che gli occhi scaldano.
Nota critica sul racconto inedito “Non uccidete quell’uomo!”
Finalista (IV posto ex-aequo) per la narrativa inedita alla XXXVII Edizione del Premio Casentino 2012:
"Prosa di memoria attraversata da vibrazioni ancora vive e presenti alla mente quanto alla scrittura evocatrice, la pagina di Ester Cecere, così ben pulsata nel suo aspetto affabulatorio ma non per questo meno accesa da istanze commentative, viene a porsi in quell’area dell’odierna proposta narrativa che all’interno di un taglio ritmico e stilistico da racconto breve sa indicare il tessuto e il respiro di un possibile romanzo.” (Rodolfo Tommasi) (da “Poeti e Scrittori contemporanei allo specchio. Le Muse. Collana di Antologie. Edizioni Helicon S.a.s. Digital Team, Fano, PU)
Motivazione per la silloge "Burrasche e Brezze"
3° Posto alla XIX Ed. Premio Città di Bitetto (Bitetto, Bari):
“La poetessa comunica i suoi stati d’animo, apre la porta del suo cuore con dolcezza. I suoi messaggi poetici sono recepiti dai lettori tra tormento ed estasi, tra i “gemiti sommessi” e le “urla disperate” che somigliano alle burrasche del mare, le tempeste contro le quali lottiamo.
La poesia consente di tollerare la realtà e introduce la cifra della verità dolorosa dell’esistenza.
Dopo le tempeste, arrivano le brezze e i momenti di sollievo. L’essere umano è un tutt’uno con la natura di cui è figlio.”
Motivazione per la silloge "Come foglie in autunno"
Premio Speciale I.P.LA.C. (Insieme Per LA Cultura) alla I Ed. del Premio Internazionale di Arti Letterarie THESAURUS (Matera)
"Ester Cecere merita il Premio Speciale IPLAC Insieme Per LA Cultura per l'appartenenza del suo nuovo testo poetico che già tanti consensi ha raccolto in altri analoghi eventi, al mondo della poesia emozionale.
Attraverso dei rapidi e folgoranti flash siamo indotti a penetrare un ambito poetico di grande complessità. Complessità determinata dall'avventurarsi della sua poesia in tanti differenti terreni. Da quello della memoria, dell'introspezione, degli affetti a quello della tensione personale verso nobili obiettivi umani".
Motivazione per la silloge "Come foglie in autunno"
3° posto nella sezione Poesia crepuscolare al Premio Leandro Polverini 2012 (Anzio, Roma)
"La cristallina fluidità, la sonorità morbida e suadente e insieme netta e scandita, la schietta immediatezza lirica con qualcosa dell'antico senso latino acquistano una intensa, e quasi struggente, sfumatura espressiva laddove i versi crepuscolari sintetizzano, come foglie in autunno, con lucida amarezza, senza alcun compiaciuto indugio elegiaco, la crisi e il tramonto di una vita."
Motivazione per il riconoscimento di Finalista alla XXX Ed. Premio FIRENZE-EUROPA “MARIO CONTI”
“Seppure nonno e nipote, Carmelo e Giovanni, siano due perfetti estranei che, all’improvviso si trovano accomunati da uno straziante dolore, grazie ad una fiabesca bugia, sgorgherà tra loro un nuovo ed imprevedibile dolcissimo affetto”
Motivazione per il Premio Speciale “Talenti Vesuviani” alla VI Ed. del Premio “Città di San Giorgio a Cremano”
“Per la sensibilità espressa attraverso la poesia, a dimostrazione che essa gode ancora di forte interesse sociale, capace ancora di attrarre Animi Nobili che, avvicinandosi ad essa, continuano a creare nel tempo Versi e Rime in grado di alimentare Sensibilità e Amore”
Motivazione per il 1° Posto alla XI Ed. del Concorso Letterario "Bardi e Menestrelli" (Casorate Sempione, VS)
"Con una serie di immagini che rimbalzano, armonicamente, l'un l'altra si definisce il silenzio come dimensione sempre presente e inconoscibile"
Motivazione per il Premio della Giuria alla II Ed. Premio Letterario “Città di Pontremoli 2013” alla poesia inedita "T’ingannò la sfera di cristallo" (Pontremoli,MS)
“Una vita di speranze deluse, di attese irrealizzate, quella della madre della poetessa alla quale dedica una composizione piena di femminile solidarietà, di comprensione e di affettuosità filiali. L’immagine iniziale della sfera di cristallo è particolarmente suggestiva per l’impatto emotivo che genera e che lascia intravedere una serie di inganni esistenziali delineati con gentilezza e con note di dolce rimpianto, con linguaggio sobrio eppure fortemente espressivo” (Rina Gambini)
(da Concorso di Letteratura a carattere internazionale Città di Pontremoli 2012. Poesia e arte in Lunigiana. Antologia a cura di Rina Gambini. Collana la Bussola. Le Edizioni del Porticciolo. Litografia Conti snc, SP)
Motivazione per la Segnalazione al racconto inedito al Concorso di Poesia, Narrativa e Teatro “Speciale donna 2013”
“La sottomissione della donna ha la stessa origine del sistema schiavistico. In una moderna società civile, nessun motivo può ammettere la subordinazione perpetua di un essere umano ad un altro. Tuttavia solo una minoranza di donne si batte attivamente per i propri diritti. La protagonista di questo racconto ne è un esempio.”
(Luisa Di Maso e Livia De Pietro) (Speciale Donna 2013. Poesie, racconti e copioni teatrali premiati e segnalati. Associazione M.A.R.E.L. Texmat,Roma);
Motivazione per la silloge "Come foglie in autunno" - 1° posto assoluto al Premio Internazionale EUROPA XIV Ed. 2013 (Lugano, CH)
"Splendida raccolta poetica dove nostalgia e sconforto, speranza e delusione, paura e coraggio, si alternano e si rincorrono in una altalena di emozioni. Un viaggio faticoso ma affascinante verso la scoperta del proprio io, delle proprie emozioni e del grande mistero della vita" (Manuela Bonfanti);
Motivazione per la silloge "Come foglie in autunno" - 4° posto al Premio "Voci - Città di Abano Terme" VIII Ed. (Abano, PD)
"Silloge al femminile, caratterizzata dall'arte della brevità e dal carattere asciutto, strizzato, eppure ricco di carica emozionale. L'Autrice introduce la Raccolta con un verso di Ungaretti, "uomo di pena" e l'intera raccolta è permeata dal mal di vivere che caratterizza l'Artista, ma anche da venti di speranza e di passione. Lo stile, curato, fluido e musicale, recupera la categoria del timbro. "Come foglie in autunno" può definirsi un lungo affresco di stati d'animo stordenti, che incatenano il lettore" (Roberto Mestrone);
Motivazione per la silloge "Come foglie in autunno" - 1° premio assoluto libro edito di poesia; vincitore assoluto del concorso alla VIII edizione Premio “Vitruvio” 2013 (Lecce)
“Momenti di un’esistenza contrassegnata da caldi affetti familiari, dolorose perdite e delusioni. E insieme aspetti della natura assorbiti in un tessuto di personale meditazione, costituiscono la trama di "Come foglie in autunno" di Ester Cecere. Immagini ed emozioni, notazioni brevi e immediate si cristallizzano in una scrittura poetica di spirituale tensione, nella ricerca di un significato della vita. Così, nonostante il dolore e la morte, e il silenzio o la lontananza di Dio, finisce con aleggiare, se non con prevalere, la speranza, o la certezza del trascendente” (La Giuria);
Motivazione per il riconoscimento di Finalista al racconto inedito alla 7a Ed. del Premio Città di Perugia 2013
“Tra le suggestioni della natura e della mitologia classica, una famiglia in una gita in barca nelle isole greche, fa riaffiorare con levità i ricordi di letture non solo scolastiche.
Ad essere riportato, naufrago, a Itaca, invece di Ulisse, è però un cagnolino salvato dalle onde del mare” (La Giuria Tecnica);
Motivazione per la silloge "Come foglie in autunno" - Premio Franz Kafka Italia III Edizione 2013. Sezione Poesie “Premio Speciale della Giuria (Gorizia)
“La raccolta di poesie “Come foglie in autunno” (Pescara 2012: Edizione Tracce) di Ester Cecere si incentra sul grande tema della caducità della vita, come esplicita già il titolo stesso, sulla sofferenza del dovere cadere come le foglie e di perdere gli affetti anch’essi come foglie al vento d’autunno. Ester Cecere sa sintetizzare spesso in poche sapienti parole creative, veracemente poetiche, interi mondi come ad esempio nella parabola della vita rappresentata in “Carillon” (14): lo scrigno che racchiude tesori e suoni che rivela una volta aperto, deve richiudersi e far così cessare la musica, la danza della ballerina che si dispone al sonno accompagnata dalla nostalgia di vita, dai ricordi di quando danzava secondo l’aria e il ritmo della melodia. La poesia della Cecere, drammatica per quanto sempre accolta entro i canoni della bellezza estetica più fine, raggiunge anche punte tragiche, come in “Inganno” (20), evocazione della sofferenza umana, la quale tuttavia è ammantata di una tale bellezza che invece di spaurire consola, come è dato immancabile dell’arte” (Rita Mascialino);
Motivazione per il 2° posto alla 15a Ed. del Premio di Poesia e Narrativa “Emozioni e Magie del Natale” sezione Narrativa Inedita (Piacenza)
"La voglia di vivere di un bambino rimasto orfano da poco farò breccia nel cuore addolorato di suo nonno. Racconto profondo e sofferto in cui due solitudini – apparentemente inconciliabili – si accostano e si stemperano nell’affetto reciproco”;
Motivazione per la silloge "Fragile. Maneggiare con cura" – Terzo posto assoluto alla III Ed. Premio “Città di Pontremoli” (Pontremoli 2014)
Troppo fragile è il cuore di una donna, troppo delicati i sentimenti, le emozioni, i pensieri: non bisogna mai dimenticare che vanno trattati con riguardo, come fossero cristalli pregiati. Da questo nasce la raccolta “Fragile. Maneggiare con cura”, titolo emblematico per una miriade di sensazioni tutte al femminile, che attraversano il vissuto della poetessa. Tante composizioni per lo più brevi, mai effusive, lucide, e concrete nella sensibilità acuta di un’interiorità sviscerata con consapevolezza e con sincerità (Rina Gambini) (da Concorso di Letteratura a carattere internazionale Città di Pontremoli III Edizione 2014. Poesia e arte in Lunigiana. Antologia a cura di Rina Gambini. Collana la Bussola. Le Edizioni del Porticciolo. Litografia Conti snc, SP);
Motivazione per la silloge "Fragile. Maneggiare con cura" – Secondo posto assoluto alla IV Ed. Premio “Scriviamo Insieme” (Roma 2014)
Nel titolo di questa preziosa raccolta è già insito un avvertimento "maneggiare con cura" ed insieme un disvelamento dell'io lirico dell'autrice. "Fragile" esprime pienamente la sua condizione esistenziale, fragile agli attacchi ed alle insidie della realtà che la circonda, insicura e smarrita "nell'universo che smisura", frammentata e piegata da un mondo denso di disillusioni. Soltanto dopo un lungo travaglio sembra emergere dai suoi versi una speranza "una folata di vita ho respirato... forse, muterò il lamento in canto". Traspare allora, da quel tunnel buio, la luce di un varco e l'inquietudine diviene pian piano desiderio e spinta verso la rinascita ed il ritrovamento. Affiora un soggetto ancora integro, cosciente di sé, capace di libertà e volontà, fortemente aggrappato alla sua identità di donna fragile sì, ma non priva di speranza di poter "volare almeno un giorno" mutando la crisalide che è in lei in farfalla (La Giuria);
Motivazione per la silloge "Fragile. Maneggiare con cura" – Premio Speciale “Comune di Montignoso” alla IX Edizione del Premio “Voci – Città di Abano Terme” (Abano Terme 2014)
“E’ un libro di poesie in cui l’autrice affronta e sviluppa il suo percorso di vita, andando però oltre il suo personale vissuto per porre una visione complessiva, e amara, dell’esistenza. Ne viene fuori una visione dell’essere intessuta di emozioni, sensazioni, drammi segnati dalla disillusione e dal dolore e, connotata – alla maniera leopardiana – da un pessimismo cosmico in cui si avverte il senso della precarietà del vivere e da cui affiora il rimpianto d’antiche gioie e di giorni felici: perché tutto è destinato a naufragare nel gran mare del tempo, che fugge inesorabilmente nel mentre irride sulle illusioni dell’uomo. Ma la poetessa da questa tragica condizione riesce ad evadere, trovando nella poesia, ed anche nell’impronta del divino che s’avverte nelle cose, l’ancora di salvezza, la provvida catarsi da ogni, efferato, disinganno. Sul piano stilistico siamo di fronte ad un versificare molto armonioso e musicale, che l’autrice affida al ritmo di versi metrici – trisillabi, quaternari, novenari, endecasillabi, questi ultimi anche spezzati – e in cui si nota una appropriata scelta di parole combinate in felici metafore: ciò a dimostrazione di un testo sicuramente valido sul piano letterario, che raggiunge pienamente l’intento di coinvolgere ed emozionare il lettore, stimolandolo a riflessioni profonde. Il Presidente della Giuria, Roberto Mestrone
Motivazione per la silloge "Fragile. Maneggiare con cura" - Premio Franz Kafka Italia IV Edizione 2014. Sezione Poesie “Premio Speciale della Giuria” (Gorizia)
"La raccolta di poesie di Ester Cecere Fragile. Maneggiare con cura (Napoli: Kairòs Edizioni: 2014) presenta i sentimenti più intimi degli umani, in particolare quelli della poetessa, come qualcosa di fragile, di delicato, pertanto di necessitante un trattamento attento e riguardoso, mentre ciò non sempre si verifica ed anzi spesso capita che essi siano spezzati e calpestati con più O meno grave danno della loro struttura psichica, della personalità dell'individuo che non sempre può riaversi e che comunque, al dire della poetessa, non sarà mai più come era prima di aver subito quei danni. Alla considerazione dei sentimenti come oggetti da trattare con la massima cura corrisponde lo stile particolare in cui sono redatte le composizioni: in esse il verbo coniugato a modo finito viene posto spesso in fondo alla frase nella costruzione cosiddetta SOV, soggetto, oggetto e verbo e non in quella più usuale SVO, soggetto, verbo e oggetto. Si tratta di una costruzione che ricorda da vicino il fraseggiare dei più antichi linguaggi, del latino ad esempio, di cui è rimasta ancora traccia nelle parlate regionali del Sud Italia. Questa scelta, inconscia o conscia che sia stata nella poetessa, risponde ad una necessità espressiva dell' Autrice già presente qui e là nelle opere precedenti, ma che si è andata intensificando in questa raccolta. Dove il verbo è posposto in fondo alla frase, viene data preminenza tra l'altro ai sostantivi e agli aggettivi che vengono così a costruire immagini di colori e oggetti, di emozioni ad essi collegate come se tali emozioni fossero fuori da schemi linguistici contenitivi e rassicuranti e ottenessero con ciò maggiore pregnanza, ovviamente anche maggiore fragilità. Così le poesie di Ester Cecere propongono immagini ed emozioni prima che frasi compiute come mostra il verbo spesso collocato alla fine della frase, ciò che dà
preminenza immaginifica all'espressione, rendendo il linguaggio poetico più che mai intuitivo e vicino alle immagini portatrici di significati inconsci dalle quali sorge."
Rita Mascialino
Motivazione per il 1° posto assoluto alla II Ed. del Concorso di Poesia "Le Grazie, La Baia dell'Arte" alla poesia inedita "Principessa (Le Grazie, SP)
"Una fanciulla giace immersa in un sonno profondo, vittima di un destino ingiusto che si è accanito contro di lei. Un sonno di cui non s'intravede il risveglio, che si annuncia drammaticamente senza fine.
Eppure la poetessa spera, si augura che quel forzato riposo sia sereno, svuotato della tragedia che l'ha generato, e sia soltanto rigeneratore per un prossimo, felice ritorno alla vita.
Come la principessa della fiaba, Mary è sospesa nel tempo, in attesa di tornare alla sua splendente giovinezza: così la vuole il tenero cuore della poetessa, così la lirica auspica la guarigione con un dolce messaggio d'auguri.
Ed è una lirica dal sapore di favola moderna, una composizione ariosa e gentile, che contrappone alla drammaticità della situazione immagini e figure limpide, serene, metafora di un profetico epilogo risolutore" (Rina Gambini)
Motivazione per la silloge "Fragile. Maneggiare con cura" – Primo premio assoluto alla XVIII Ed. del Premio “S. Maria in Castello” (Vecchiano, Pisa, 2015)
Nella concezione dell'Autrice la constatazione della fragilità, e quindi della vulnerabilità, precarietà e provvisorietà, connaturate all'esistenza di ogni creatura, non è l'occasione di una chiusura pessimistica e amaramente rinunciataria dinanzi ai tanti e vari episodi della vita, ai molteplici aspetti di essa, spesso misteriosi e insidianti eppur sempre avvincenti; se il "cammino" risulta "oscuro di insidie", nondimeno la Poetessa si abbandona - "sospinta dal vento" - a un'aerea danza, conscia del fatto che "nel quotidiano grigiore, / frenetico e ansante, / simultanei baleni / nello stesso frammento d'infinito s'intrecciano". In una versificazione agile e armoniosa, in un linguaggio stilisticamente sobrio e incisivo, la rappresentazione della dialettica, anche aspra e dolorosa del vivere, approda, comunque, a un desiderio reiterato di partecipazione appagante e confortatrice: "Il rapido fuggire / della sabbia / sotto i piedi m'è rimasto. / Del mare / solo il profumo ho respirato. / Quel tanto / da desirarlo ancor di più" (Fuori tempo, vv. 8-14). La Giuria
Motivazione per la silloge "Fragile. Maneggiare con cura" – Quarto posto assoluto alla XXI Ed. Premio “Poseidonia-Paestum” (Paestum, 2015)
Il linguaggio attinge le sue metafore e le sue immagini sincopate alla natura, fonte di ispirazione non tralasciando, nella brevità dei versi, riflessioni semanticamente poetiche.
Motivazione per la raccolta di racconti "Istantanee di vita" - 4° posto alla III Ed. del Premio “Città di Sarzana” (Sarzana, SP, 2015)
"Per il vibrante corpus narrativo quasi ad essere non proprio istantanee ma fotocopie"
Motivazione per il 1° posto assoluto al racconto inedito “Le grida dei gabbiani” alla III Ed. del Premio “Le Grazie, Porto Venere, la Baia dell’Arte” 2015
(Porto Venere, SP)
“Un dramma collettivo, quello del naufragio di una barca carica di migranti, ed uno personale, quello di un pescatore che ha raccolto corpi stremati o senza vita sentendo
le urla disperate di chi non riusciva a trovare scampo; sullo sfondo, le grida dei gabbiani, che echeggiano costantemente nella testa del povero Sarino, incapace di accettare d'aver dovuto abbandonare tante vite al loro destino.
Una narrazione emozionante, coinvolgente, che fa rivivere momenti tragici attraverso il racconto dell’uomo, un racconto ricco di suoni e di visioni, di ricordi e di introspezioni, denso di sentimenti che l'uso occasionale del dialetto rende vivi e veri. Uno scorrere agile ed elegante di una scrittura precisa, nitida ed al medesimo tempo poetica.
Un racconto che arricchisce il lettore e, nella sua attualità, propone i valori senza tempo della solidarietà e dell'amore.” (Il Presidente di Giuria, Rina Gambini)
Motivazione per la raccolta di racconti "Istantanee di vita"–Premio Speciale della Giuria alla V Ed. Premio “Scriviamo Insieme” (Roma 2015)
“Abbiamo deciso di assegnare a "Istantanee di vita" il premio come migliore raccolta di racconti in quanto, al di là degli indiscutibili meriti stilistici e contenutistici, si è distinta nel vasto panorama di raccolte iscritte in concorso quest'anno per la capacità della scrittrice di interpretare al meglio quelle che sono le caratteristiche precipue di un racconto: coerenza, incisività, equilibrio di sequenze e dialoghi, caratterizzazione dei personaggi adeguata al limite temporale della narrativa breve. I singoli racconti che prendono vita e origine da episodi accaduti diventano fonte di attenzione, di riflessione e di sorpresa in chi legge.” (La Giuria)
Motivazione per il Premio Speciale del Presidente della Giuria alla poesia inedita “A volte, un bel ricordo” alla VI Ed. del Premio di Poesia “Laudato si' o mi' Signore” 2015 (Falconara Marittima, AN)
“Sono i ricordi che, tante volte, come fiamma di candela, lasciano un nero secco stoppino / che il cuore trafigge. Si tratta del brano poetico, Un bel ricordo, a volte, di Ester Cecere, scrittrice di brani carichi di emozioni, sentimenti e ricordi che vanno a costellare il suo vissuto quotidiano. Profondità di pensiero colmo di veridicità e di schiettezza. Breve lirica comparata alla fiamma di una candela che Vivace e sicura guizza / in lingue sottili sfogliandosi. / Luce diffonde.! Calore emana. ( ... ) Pian, piano / d'un tratto s'affioca, ( ... ) Poi, tace per sempre. / E resta di essa / un filo acre di fumo / che il sentimento disperde. Fotogramma e scatto fotografico di un animo molto sensibile e ricco di quella testimonianza poetica che ha bisogno di aprirsi per liberarsi e librarsi verso lo stadio della sublimazione.
Componimento in versi liberi, come è libera la psiche dell'Autrice, che intende raccontare, attraverso la delicata metafora della candela, il proprio stato d'animo con tutta la libertà e la spontaneità che il cuore e, spesso, la ragione le vengono a dettare.
Brano poetico suggerito da stagioni passate e presenti che L'hanno particolarmente toccata e continuano a suggerirLe momenti di ispirazione spazio-temporale. "Calore" e "veridicità" sono elementi che scaturiscono dalla vitalità di pensiero, tutto affascinato dalla fantasia del gioco di parole.
Sì, perché Ester Cecere ama giocare con la parola e, quindi, col pensiero che viene a concettualizzare la Sua quotidianità. Dunque una poesia personalizzata nel suo più intimo percorso naturale.
Un bel ricordo, a volte, poesia/canto, piccolo/grande quadro. Una voce, quella della nostra Poeta, che dal profondo del Suo Ego, dice e parla al cuore di chi viene a leggerLa.
Questa la ratio per cui la Cecere viene insignita del Premio Speciale del Presidente di Giuria.”
AD ASTRA! (Il Presidente di Giuria, Francesco Mulè)
Motivazione per la silloge "Fragile. Maneggiare con cura"
- 3° posto al Premio "Leandro Polverini" 2015, sez. Poesia Cosmica (Anzio, Roma)
“L’autrice si abbandona completamente al foglio, dà tutta se stessa alla pagina, in un impeto evocativo e di realismo lirico, per spiattellare la sua fragilità e la sua incertezza senza reticenza alcuna. La schiettezza, l’onestà intellettuale e, quel che più conta, l’onestà sentimentale. Sembra quasi che la poetessa scivoli in un pessimismo cosmico dove la stessa natura si piega al volere del canto, facendosi compagna e assidua lettrice degli stati d’animo che l’hanno ispirato.” (Tito Cauchi)
Motivazione per 1° posto assoluto alla III Ed. del Concorso Internazionale di Poesia Universum Basilicata, sezione silloge (Potenza, 2016)
"Un'ottima sintesi espressiva caratterizza i tre brani, ben strutturati in brevi componimenti che utilizzano un linguaggio efficace e trasmettono il messaggio contenuto con immediatezza: ciò che conferma l'elevato livello poetico raggiunto dall'autrice" (Novella Capoluongo Pinto, Presidente Regione di Basilicata della Universum Academy Switzerland)
Motivazione per il Premio della Critica alla V Ed. Premio Letterario “Città di Pontremoli 2013” alla poesia inedita "Tempo di volare" Ai miei figli (Pontremoli, MS)
"Il rimpianto per l'infanzia dei figli sfumata in troppo breve tempo, la consapevolezza che è giusto il loro distacco da casa, la preoccupazione per il loro futuro nel lungo cammino da percorrere soli, tutto si mescola nella composizione di questa lirica piuttosto breve, scandita da tre strofe in cui le tre tematiche trovano spazio e si sviluppano. Un canto d'amore e un grido dell'anima materna lacerata dal distacco, resi in una lirica bella e suadente" (Rina Gambini) (da Concorso di Letteratura a carattere internazionale Città di Pontremoli V Edizione 2016. Poesia e arte in Lunigiana. Antologia a cura di Rina Gambini. Collana la Bussola. Le Edizioni del Porticciolo. Litografia Conti snc, SP)
Motivazione per il libro di poesie “con l’India negli occhi, con l’India nel cuore” - 3° posto alla IV Ed. del Premio “Città di Sarzana” (Sarzana, SP, 2016)
Il lavoro di Ester Cecere ha il compito d'indirizzare lo sguardo e la mente verso realtà lontane, drammatiche ed impensabili che "opulento, grasso mondo occidentale, infarcito di consumismo, non può e non deve ignorare. Questa testimonianza diretta è un" j'accuse" che trasvola da una terra dove i diritti umani più elementari non esistono e che mira a scuotere le coscienze, poiché il tempo delle parole, dei buoni propositi, delle elemosine che allungano di ore o di giorni l'agonia dei nostri simili, che hanno come tetto il cielo, è scaduto. Lo confermano queste fotografie, lo ripetono questi versi sofferti, implacabili, vergati di getto perché irrefrenabili, perché un conto è sapere da altri, un conto è vedere con i propri occhi, calandosi in un contesto che va oltre l'immaginazione. Il risultato che ne deriva è una partecipazione accorata e una pena profonda, unite al pesante fardello della colpa, perché la visione di quella bolgia non viene rimossa, perché gli occhi di bambini, donne, vecchi, poveri sono profondi ed ammalianti, inchiodano agli errori delle nostre avanzate democrazie. Quando i Ioro disarmanti, rassegnati sorrisi incideranno realmente sulle politiche dei potenti della Terra, allora la frase presente in una pagina di questo libro "Non si vede bene che col cuore" assumerà il suo vero significato, perché è solo il cuore che deve essere aperto.
Il lavoro di Ester Cecere ha il compito d'indirizzare lo sguardo e la mente verso realtà lontane, drammatiche ed impensabili che "opulento, grasso mondo occidentale, infarcito di consumismo, non può e non deve ignorare. Questa testimonianza diretta è un" j'accuse" che trasvola da una terra dove i diritti umani più elementari non esistono e che mira a scuotere le coscienze, poiché il tempo delle parole, dei buoni propositi, delle elemosine che allungano di ore o di giorni l'agonia dei nostri simili, che hanno come tetto il cielo, è scaduto. Lo confermano queste fotografie, lo ripetono questi versi sofferti, implacabili, vergati di getto perché irrefrenabili, perché un conto è sapere da altri, un conto è vedere con i propri occhi, calandosi in un contesto che va oltre l'immaginazione. Il risultato che ne deriva è una partecipazione accorata e una pena profonda, unite al pesante fardello della colpa, perché la visione di quella bolgia non viene rimossa, perché gli occhi di bambini, donne, vecchi, poveri sono profondi ed ammalianti, inchiodano agli errori delle nostre avanzate democrazie. Quando i Ioro disarmanti, rassegnati sorrisi incideranno realmente sulle politiche dei potenti della Terra, allora la frase presente in una pagina di questo libro "Non si vede bene che col cuore" assumerà il suo vero significato, perché è solo il cuore che deve essere aperto.
Motivazione per il libro di poesie “con l’India negli occhi, con l’India nel cuore” – Premio per la Poesia (Targa con merito) alla XIII Ed. del PREMIO OLMO (Raviscanina, CE, 2016)
“…Ferma negli occhi le meraviglie e il dolore che incontra durante i suoi viaggi, sciogliendo poi in parole le emozioni raccolte nel cuore…” (La Fondazione “A. De Sisto”)
“…Ferma negli occhi le meraviglie e il dolore che incontra durante i suoi viaggi, sciogliendo poi in parole le emozioni raccolte nel cuore…” (La Fondazione “A. De Sisto”)
Motivazione per il PREMIO ALLA CULTURA – Premio nazionale di Poesia e Narrativa “Alda Merini” (Imola, 2017)
Ester Cecere autrice di poesia e di narrativa ha ottenuto un posto di primo piano nel panorama letterario attuale per i risultati ottenuti attraverso la partecipazione a tanti Premi Letterari nei quali ha potuto affermare la sua personalità incisiva e autorevolmente critica.
Si è fatta apprezzare per il suo impegno testimoniato dalla sua parola poetica e dalla sua elevata partecipazione civile. Per tutte queste caratteristiche la Presidenza del Premio Alda Merini conferisce a Ester Cecere un meritato Premio alla Cultura.
Ester Cecere autrice di poesia e di narrativa ha ottenuto un posto di primo piano nel panorama letterario attuale per i risultati ottenuti attraverso la partecipazione a tanti Premi Letterari nei quali ha potuto affermare la sua personalità incisiva e autorevolmente critica.
Si è fatta apprezzare per il suo impegno testimoniato dalla sua parola poetica e dalla sua elevata partecipazione civile. Per tutte queste caratteristiche la Presidenza del Premio Alda Merini conferisce a Ester Cecere un meritato Premio alla Cultura.
Motivazione per il 2° posto alla poesia “Un bel ricordo a volte” alla III ed. del Premio di Poesia “Gocce di memoria” (Taranto, 2017)
“Versi liberi per una lirica condotta sul filo della dissolvenza attraverso la metafora della candela che guizza e “s’affioca” nell’ordito sottile di un ricordo dai contorni sfumati nella cui trama resta imprigionata una nota di malinconico rimpianto – come un Dreamcatcher (acchiappasogni) di fattura indiana – e che, sovente, può sfociare nella trasfigurazione del vissuto reinventando ciò che è stato sull’onda del flash emozionale. Una immagine “seppiata”, memoria di un tempo non riproducibile, quale dagherrotipo custodito sotto vetro – all’interno di un cofanetto di preziosi intarsi – per evitarne l’alterazione e il deterioramento.” (Anna Montella, Presidente di Giuria).
“Versi liberi per una lirica condotta sul filo della dissolvenza attraverso la metafora della candela che guizza e “s’affioca” nell’ordito sottile di un ricordo dai contorni sfumati nella cui trama resta imprigionata una nota di malinconico rimpianto – come un Dreamcatcher (acchiappasogni) di fattura indiana – e che, sovente, può sfociare nella trasfigurazione del vissuto reinventando ciò che è stato sull’onda del flash emozionale. Una immagine “seppiata”, memoria di un tempo non riproducibile, quale dagherrotipo custodito sotto vetro – all’interno di un cofanetto di preziosi intarsi – per evitarne l’alterazione e il deterioramento.” (Anna Montella, Presidente di Giuria).
Motivazione per il libro di poesie “con l’India negli occhi, con l’India nel cuore” – Secondo posto ex aequo alla I Ed. del Concorso “Cosimo I de’ Medici” (Prato, 2017) https://www.facebook.com/concorsocosimoIdemedici/posts/1615460771854467
“Opera commovente per il tentativo di dar voce ad un Oriente che ci attrae ma da cui siamo inevitabilmente anche respinti. Figure sfuggenti e suggestive, una serie di ritratti ed esperienze che ne fanno un diario poetico, capace di restituirci i suoni, i colori, gli odori, di un paese così altamente poetico come l’India. L’autrice non resta totalmente celata, ma si mostra in prima persona, la sua psicologia, l’empatia, le sue sfaccettature si presentano ben attuate nei testi poetici, brevi, fulminei, come in un’epifania.”
“Opera commovente per il tentativo di dar voce ad un Oriente che ci attrae ma da cui siamo inevitabilmente anche respinti. Figure sfuggenti e suggestive, una serie di ritratti ed esperienze che ne fanno un diario poetico, capace di restituirci i suoni, i colori, gli odori, di un paese così altamente poetico come l’India. L’autrice non resta totalmente celata, ma si mostra in prima persona, la sua psicologia, l’empatia, le sue sfaccettature si presentano ben attuate nei testi poetici, brevi, fulminei, come in un’epifania.”
Motivazione dell’Attestato di Merito conferito in occasione della presentazione della silloge di poesie “Non vedo, non sento e…”
presso “La Canonica” (Caserta, 2018)
“La Canonica – sodalizio che intende sperimentare momenti di vita comune per promuovere nuove norme e criteri di conoscenza e convivialità –in occasione della presentazione della silloge di poesie “Non vedo, non sento e…” che riesce ad esprimere con viva partecipazione emotiva la sofferenza di individui ed interi popoli, vittime incolpevoli della follia umana, e che trasmette in modo esemplare i valori della solidarietà, con pieno compiacimento conferisce alla poetessa Ester Cecere il presente attestato di merito per la sensibilità con cui si accosta alle vicende umane più dolorose e per la capacità di trasfondere la vita nella poesia e la poesia nella vita, in una dialettica creativa che sublima l’uso della parola e la proietta in un universo di sentimenti che affondano le loro radici nella zona più profonda e palpitante dell’anima.” (Anna Giordano, Renata Montanari, Vanna Corvese, Antonio Malorni)
presso “La Canonica” (Caserta, 2018)
“La Canonica – sodalizio che intende sperimentare momenti di vita comune per promuovere nuove norme e criteri di conoscenza e convivialità –in occasione della presentazione della silloge di poesie “Non vedo, non sento e…” che riesce ad esprimere con viva partecipazione emotiva la sofferenza di individui ed interi popoli, vittime incolpevoli della follia umana, e che trasmette in modo esemplare i valori della solidarietà, con pieno compiacimento conferisce alla poetessa Ester Cecere il presente attestato di merito per la sensibilità con cui si accosta alle vicende umane più dolorose e per la capacità di trasfondere la vita nella poesia e la poesia nella vita, in una dialettica creativa che sublima l’uso della parola e la proietta in un universo di sentimenti che affondano le loro radici nella zona più profonda e palpitante dell’anima.” (Anna Giordano, Renata Montanari, Vanna Corvese, Antonio Malorni)
Motivazione per la Menzione d’Onore al racconto inedito “Aminah” alla V Ed. del Premio Letterario e d’Arte “Nuovi occhi sul Mugello” (Marradi, FI, 2018)
Una prosa semplice e scorrevole tratteggia intensamente questo quadro delicato e intimo nel quale si entra in punta di piedi e si esce completamente avvolti dal turbine di sentimenti che convivono nell’animo della protagonista. Amore e disperazione, amore e dolore, amore e speranza arrivano in profondità travolgendo il lettore proprio “come un tir”.
Motivazione per il 3° posto al racconto “Questo è il mio bambino” alla II Ed. del Premio Letterario “Città di Chieti” (Chieti, 2018)
L’intreccio del racconto sembra poggiare su una dimensione spazio-temporale sospesa, diacronica, quasi illusoria in cui il binomio vita-morte da un lato è percepito come assuefazione, essenzialità e sfinimento mentre dall’altro è sentito come “un avvenimento eccezionale” che suscita sgomento e incita il protagonista all’impegno umanitario, lasciando nel suo animo un senso di precarietà e rimpianto. Stati emozionali, questi, ravvivati dal ricordo di quel lontano “ospedale rurale” e dalla malinconica ansietà di poter sempre affermare con certezza professionale e amore paterno “Questo è il mio bambino”.
Una prosa semplice e scorrevole tratteggia intensamente questo quadro delicato e intimo nel quale si entra in punta di piedi e si esce completamente avvolti dal turbine di sentimenti che convivono nell’animo della protagonista. Amore e disperazione, amore e dolore, amore e speranza arrivano in profondità travolgendo il lettore proprio “come un tir”.
Motivazione per il 3° posto al racconto “Questo è il mio bambino” alla II Ed. del Premio Letterario “Città di Chieti” (Chieti, 2018)
L’intreccio del racconto sembra poggiare su una dimensione spazio-temporale sospesa, diacronica, quasi illusoria in cui il binomio vita-morte da un lato è percepito come assuefazione, essenzialità e sfinimento mentre dall’altro è sentito come “un avvenimento eccezionale” che suscita sgomento e incita il protagonista all’impegno umanitario, lasciando nel suo animo un senso di precarietà e rimpianto. Stati emozionali, questi, ravvivati dal ricordo di quel lontano “ospedale rurale” e dalla malinconica ansietà di poter sempre affermare con certezza professionale e amore paterno “Questo è il mio bambino”.
Motivazione per il 4° posto al racconto “Le grida dei gabbiani” alla II Ed. del Premio “Raffaele Crovi” (Castelnovo ne’ Monti, RE)
“Mescolando in modo equilibrato lingua e dialetto, si racconta in modo vivo e appassionato la vicenda di un pescatore che nei nostri giorni di nuove Odissee, incontra una umanità dolente e disperata, tra gesti di carità estrema e naturale e la consapevolezza di una tragedia immane che si svolge quotidianamente sotto i nostri occhi, dove il grido dei gabbiani assurge a simbolo universale, come metafora di un dolore impossibile da estinguere e fare tacere. Realismo, storia d’amore, racconto etico e a tratti epico, trovano casa in una prosa semplice e lineare, di ampio respiro e afflato morale, dove la capacità di analisi psicologica sa tenere insieme il vissuto personale con la stretta attualità e la cronaca dei fatti.” (Clementina Santi, la Presidente).
“Mescolando in modo equilibrato lingua e dialetto, si racconta in modo vivo e appassionato la vicenda di un pescatore che nei nostri giorni di nuove Odissee, incontra una umanità dolente e disperata, tra gesti di carità estrema e naturale e la consapevolezza di una tragedia immane che si svolge quotidianamente sotto i nostri occhi, dove il grido dei gabbiani assurge a simbolo universale, come metafora di un dolore impossibile da estinguere e fare tacere. Realismo, storia d’amore, racconto etico e a tratti epico, trovano casa in una prosa semplice e lineare, di ampio respiro e afflato morale, dove la capacità di analisi psicologica sa tenere insieme il vissuto personale con la stretta attualità e la cronaca dei fatti.” (Clementina Santi, la Presidente).
Motivazione per il secondo posto al racconto “Mani preziose” alla X Ed. del Premio “Lilly Brogi La Pergola Arte” (Firenze, 2018)
“I fatti si svolgono all’interno di un’associazione di volontariato che con l’aiuto di tante donne ed attraverso i social network realizzano un commercio facendo comprendere che il calore trasmesso dalle sciarpe è quello delle mani preziose che le realizzano.” (Lilly Brogi, La Presidente)
“I fatti si svolgono all’interno di un’associazione di volontariato che con l’aiuto di tante donne ed attraverso i social network realizzano un commercio facendo comprendere che il calore trasmesso dalle sciarpe è quello delle mani preziose che le realizzano.” (Lilly Brogi, La Presidente)
Motivazione per il Premio speciale della critica alla XI Ed. del Premio Internazionale di Letteratura per la Pace Universale “Frate Ilaro del Corvo” (Ameglia, SP, 2018)
“Per il nobile senso di rivalsa femminile espresso con grande forza espressiva nella lirica VESTALE”
(Mirco Manuguerra Presidente del CLSD, Hafez Haidar, Direttore del Premio)
“Per il nobile senso di rivalsa femminile espresso con grande forza espressiva nella lirica VESTALE”
(Mirco Manuguerra Presidente del CLSD, Hafez Haidar, Direttore del Premio)
Motivazione per il Premio speciale a tema sociale “Rosa d’Argento”, Sez. Racconto breve, alla X Ed. del Concorso Letterario “Città di Cologna Spiaggia” (Roseto degli Abruzzi, TE, 2019)
“Sull’onda del verbo “imparare”, in uno stile appropriato, plastico, l’autrice ci parla dell’esperienza di un medico volontario in Uganda. Il racconto è un invito a riflettere su ciò che è “essenziale” ed a vedere oltre i nostri canoni. Ecco allora che la “testa” assume ben altro ruolo; “la storia”, in particolare, abbraccia la vita e la morte; la “morte” non è temuta, anzi è un avvenimento normale, a cui ci si è assuefatti. Di tre sostanziose pagine, due sono dedicate ai “bambini” che non sorridono, non piangono “né per fame, né per sete” e muoiono. Le priorità sono diverse dalle nostre, anche se si tratta della vita di un bimbo. Restano laceranti i “se…” del dottore per un bimbo non “salvato” e come in un silenzioso grido di dolore ed in un tenero abbraccio il racconto si chiude con “Questo è il mio bambino”.
Motivazione per la Menzione di Merito per la narrativa al libro bilingue (italiano-tedesco) “Punti di incrocio” alla XXV Ed. del Premio “Tulliola-Renato Fillippelli” (Roma, 2019)
"“Non siamo fatti per stare da soli, ma nemmeno con chiunque”. Un motto apre, ogni volta, i tanti racconti del libro. Una scrittura delicata narra storie delicate di gabbiani vittime dell’inquinamento, di uomini, di cieli e di mare. Ha la precisione della scienza, chi scrive è una biologa, attenta, umanamente protesa verso il destino di molti. E’ un’opera che si fa leggere, accarezza le storie e ce le porge con invito a riflettere. C’è un raggio di luce che attraversa e unisce questi racconti, pur senza invadenza: la linea etica e il senso estetico del vivere sono dominanti”.
“Sull’onda del verbo “imparare”, in uno stile appropriato, plastico, l’autrice ci parla dell’esperienza di un medico volontario in Uganda. Il racconto è un invito a riflettere su ciò che è “essenziale” ed a vedere oltre i nostri canoni. Ecco allora che la “testa” assume ben altro ruolo; “la storia”, in particolare, abbraccia la vita e la morte; la “morte” non è temuta, anzi è un avvenimento normale, a cui ci si è assuefatti. Di tre sostanziose pagine, due sono dedicate ai “bambini” che non sorridono, non piangono “né per fame, né per sete” e muoiono. Le priorità sono diverse dalle nostre, anche se si tratta della vita di un bimbo. Restano laceranti i “se…” del dottore per un bimbo non “salvato” e come in un silenzioso grido di dolore ed in un tenero abbraccio il racconto si chiude con “Questo è il mio bambino”.
Motivazione per la Menzione di Merito per la narrativa al libro bilingue (italiano-tedesco) “Punti di incrocio” alla XXV Ed. del Premio “Tulliola-Renato Fillippelli” (Roma, 2019)
"“Non siamo fatti per stare da soli, ma nemmeno con chiunque”. Un motto apre, ogni volta, i tanti racconti del libro. Una scrittura delicata narra storie delicate di gabbiani vittime dell’inquinamento, di uomini, di cieli e di mare. Ha la precisione della scienza, chi scrive è una biologa, attenta, umanamente protesa verso il destino di molti. E’ un’opera che si fa leggere, accarezza le storie e ce le porge con invito a riflettere. C’è un raggio di luce che attraversa e unisce questi racconti, pur senza invadenza: la linea etica e il senso estetico del vivere sono dominanti”.
Motivazione per il V posto alla poesia “Silenzio” alla VI Ed. del premio "Dal Tirreno allo Jonio". Matera, Valsinni, 2019
“Un silenzio che si fa sentire tra assonanze e onomatopee, in un climax ascendente (fruscio, fragore), quasi a perdere il ritmo, e smisura in ticchettio e ululato fino a che anche il vento diventa respiro. La materia non c’è, è svanita, ma se ne percepisce il peso dal silenzio”.
“Un silenzio che si fa sentire tra assonanze e onomatopee, in un climax ascendente (fruscio, fragore), quasi a perdere il ritmo, e smisura in ticchettio e ululato fino a che anche il vento diventa respiro. La materia non c’è, è svanita, ma se ne percepisce il peso dal silenzio”.
Motivazione per il premio “Ignazio Ciaia” (Martina Franca, TA, 2020)
“Per aver dato forza nella sua ultima opera letteraria “Dall’India a Lampedusa – Soste di viaggio” all’idea del viaggio quale occasione di esperienze, conoscenze personali, maturazione di amicizie e sviluppo di relazioni positive che l’autrice trasfonde in questo suo diario di viaggio col quale offre al lettore un’opportunità di sviluppo della propria sensibilità e di apertura a mondi diversi o sconosciuti. Un libro, quindi, il suo fonte di promozione culturale che invade positivamente la sfera personale e della quotidianità. Per questo motivo e proprio perché si condivide la sua affermazione che “il viaggio è metafora della vita per eccellenza” si conferisce il premio a Ester Cecere”
“Per aver dato forza nella sua ultima opera letteraria “Dall’India a Lampedusa – Soste di viaggio” all’idea del viaggio quale occasione di esperienze, conoscenze personali, maturazione di amicizie e sviluppo di relazioni positive che l’autrice trasfonde in questo suo diario di viaggio col quale offre al lettore un’opportunità di sviluppo della propria sensibilità e di apertura a mondi diversi o sconosciuti. Un libro, quindi, il suo fonte di promozione culturale che invade positivamente la sfera personale e della quotidianità. Per questo motivo e proprio perché si condivide la sua affermazione che “il viaggio è metafora della vita per eccellenza” si conferisce il premio a Ester Cecere”