Amori e altre peripezie di Ada Zapperi Zucker
Ancora una volta, Ada Zapperi Zucker si conferma voce fuori dal coro, voce critica, scomoda, voce del “grillo parlante” della letteratura contemporanea, diremmo (alla quale non auguriamo certo il destino dello sfortunato insetto!). Già il titolo di questa sua ultima raccolta di racconti, “Amori e altre peripezie”, è emblematico (VoG Verlag ohne Geld e.K. 2018, raccolta bilingue italiano-tedesco). L’amore tra uomo e donna è, quindi, una peripezia per l’Autrice? Non è quel sentimento che ci fa vedere tutto rosa, che ci conferisce un’aria trasognata, che ci fa scorgere l’amato ovunque? Pare proprio di no. Ha i piedi ben piantati per terra, la Nostra, e un’età che le ha permesso di vedere e comprendere molto. Pertanto, esamina l’amore nel modo che le è proprio, cioè non tradizionale, non classico, assolutamente non banale. L’Autrice analizza questo sentimento con la sua impietosa lente d’ingrandimento, soffermandosi, in particolare, su alcune fasi, come quella dell’innamoramento che, inaspettatamente, può risolversi nell’aborto del sentimento prima ancora che esso sbocci, nonostante una fortissima e inspiegabile attrazione, che disorienta, turba, scombussola i protagonisti.
L’Autrice non può tralasciare, nella sua singolare disamina, il naufragio del matrimonio, dopo anni di vita insieme, senza nessuna condivisione però, vissuti da perfetti sconosciuti, anni subiti, quindi. Come sempre, ella non spiega, non giudica; si limita a esporre, ad analizzare le diverse situazioni e i protagonisti; al massimo, suggerisce. L’aborto di un amore può essere dovuto alla paura di mettersi in gioco, di scoprirsi, di lasciarsi andare? Il naufragio di un matrimonio può essere causato dalla mancanza di dialogo, dallo spegnimento della scintilla originaria a causa della quotidianità, dall’errore iniziale di aver confuso una semplice infatuazione con un sentimento più profondo?
Con una prosa asciutta, essenziale, ma non priva di una sottile ironia tutta femminile, che non risparmia i protagonisti sia maschili sia femminili, l’Autrice spinge a riflettere, a meditare sull’imprevedibile complessità del più importante rapporto tra due persone di sesso opposto.
Un libro che dovrebbe essere letto soprattutto dai giovani, ché parafrasando Primo Levi, saremmo tentati di dire: “Meditate che questo potrebbe essere”.
Ancora una volta, Ada Zapperi Zucker si conferma voce fuori dal coro, voce critica, scomoda, voce del “grillo parlante” della letteratura contemporanea, diremmo (alla quale non auguriamo certo il destino dello sfortunato insetto!). Già il titolo di questa sua ultima raccolta di racconti, “Amori e altre peripezie”, è emblematico (VoG Verlag ohne Geld e.K. 2018, raccolta bilingue italiano-tedesco). L’amore tra uomo e donna è, quindi, una peripezia per l’Autrice? Non è quel sentimento che ci fa vedere tutto rosa, che ci conferisce un’aria trasognata, che ci fa scorgere l’amato ovunque? Pare proprio di no. Ha i piedi ben piantati per terra, la Nostra, e un’età che le ha permesso di vedere e comprendere molto. Pertanto, esamina l’amore nel modo che le è proprio, cioè non tradizionale, non classico, assolutamente non banale. L’Autrice analizza questo sentimento con la sua impietosa lente d’ingrandimento, soffermandosi, in particolare, su alcune fasi, come quella dell’innamoramento che, inaspettatamente, può risolversi nell’aborto del sentimento prima ancora che esso sbocci, nonostante una fortissima e inspiegabile attrazione, che disorienta, turba, scombussola i protagonisti.
L’Autrice non può tralasciare, nella sua singolare disamina, il naufragio del matrimonio, dopo anni di vita insieme, senza nessuna condivisione però, vissuti da perfetti sconosciuti, anni subiti, quindi. Come sempre, ella non spiega, non giudica; si limita a esporre, ad analizzare le diverse situazioni e i protagonisti; al massimo, suggerisce. L’aborto di un amore può essere dovuto alla paura di mettersi in gioco, di scoprirsi, di lasciarsi andare? Il naufragio di un matrimonio può essere causato dalla mancanza di dialogo, dallo spegnimento della scintilla originaria a causa della quotidianità, dall’errore iniziale di aver confuso una semplice infatuazione con un sentimento più profondo?
Con una prosa asciutta, essenziale, ma non priva di una sottile ironia tutta femminile, che non risparmia i protagonisti sia maschili sia femminili, l’Autrice spinge a riflettere, a meditare sull’imprevedibile complessità del più importante rapporto tra due persone di sesso opposto.
Un libro che dovrebbe essere letto soprattutto dai giovani, ché parafrasando Primo Levi, saremmo tentati di dire: “Meditate che questo potrebbe essere”.