Recensione a cura di Dianora Tinti
http://www.dianoratinti.it/lindia-negli-occhi-lindia-nel-cuore/
Con l’India negli occhi, con l’India nel cuore – Poesie e fotografie, è una raccolta veramente particolare che non può lasciare indifferenti.
L’ho letta più di una volta, cercando di distaccarmi per non essere troppo coinvolta, per “guardarla” con occhi critici, ma francamente non ce l’ho fatta. Le atmosfere evocate dall’autrice sono talmente vivide che, leggendo queste poesie, sembra proprio di essere lì, in India, tra quella folla miserabile e scomposta, ma nel contempo pulsante di vita e di profonda umanità.
Leggere questa raccolta mi ha provocato lo stesso turbamento dello splendido romanzo ”L’arte di ascoltare i battiti delcuore” di Sendker Jan-Philipp, l’incredibile storia dell’amore tra Tin Win e Mi Mi, sbocciato tra i poverissimi vicoli della cittadina di Kalaw annidata tra le montagne birmane.
Sullo sfondo di un mondo che proprio come quello descritto da Sendker, è privo del superfluo, se non addirittura del necessario, ma dove le persone hanno quella saggezza e sensibilità che a noi occidentali sembrano ormai non appartenere più, Ester Cecere ci insegna a guardare oltre il precario inganno degli occhi.
Con sensibilità e delicatezza, riesce ad emozionarsi ed emozionare con versi misurati e mai freddi, sentimentali ma non sdolcinati, dipingendo con i colori delle parole un quadro di sentimenti ed emozioni che, nonostante la sofferenza, trasmette serenità e pace.
Attraverso il reportage fotografico realizzato dalla stessa autrice, il lettore può poi esplorare amorevolmente, e in maniera più diretta, l’universo culturale ed umano di cui l’autrice parla e sovrapporre le immagini alle parole, o viceversa. Uomini miseramente vestiti, ritratti di donne/bambine che lavano panni in fiumi melmosi, conducono dromedari, trasportano piante secche di canne da zucchero, vendono collane fatte di fiori, accudiscono i loro bambini, ma anche istantanee di animali che cercano cibo tra i rifiuti o una femmina di macaco con il suo cucciolo.
http://www.dianoratinti.it/lindia-negli-occhi-lindia-nel-cuore/
Con l’India negli occhi, con l’India nel cuore – Poesie e fotografie, è una raccolta veramente particolare che non può lasciare indifferenti.
L’ho letta più di una volta, cercando di distaccarmi per non essere troppo coinvolta, per “guardarla” con occhi critici, ma francamente non ce l’ho fatta. Le atmosfere evocate dall’autrice sono talmente vivide che, leggendo queste poesie, sembra proprio di essere lì, in India, tra quella folla miserabile e scomposta, ma nel contempo pulsante di vita e di profonda umanità.
Leggere questa raccolta mi ha provocato lo stesso turbamento dello splendido romanzo ”L’arte di ascoltare i battiti delcuore” di Sendker Jan-Philipp, l’incredibile storia dell’amore tra Tin Win e Mi Mi, sbocciato tra i poverissimi vicoli della cittadina di Kalaw annidata tra le montagne birmane.
Sullo sfondo di un mondo che proprio come quello descritto da Sendker, è privo del superfluo, se non addirittura del necessario, ma dove le persone hanno quella saggezza e sensibilità che a noi occidentali sembrano ormai non appartenere più, Ester Cecere ci insegna a guardare oltre il precario inganno degli occhi.
Con sensibilità e delicatezza, riesce ad emozionarsi ed emozionare con versi misurati e mai freddi, sentimentali ma non sdolcinati, dipingendo con i colori delle parole un quadro di sentimenti ed emozioni che, nonostante la sofferenza, trasmette serenità e pace.
Attraverso il reportage fotografico realizzato dalla stessa autrice, il lettore può poi esplorare amorevolmente, e in maniera più diretta, l’universo culturale ed umano di cui l’autrice parla e sovrapporre le immagini alle parole, o viceversa. Uomini miseramente vestiti, ritratti di donne/bambine che lavano panni in fiumi melmosi, conducono dromedari, trasportano piante secche di canne da zucchero, vendono collane fatte di fiori, accudiscono i loro bambini, ma anche istantanee di animali che cercano cibo tra i rifiuti o una femmina di macaco con il suo cucciolo.
Ecco, è questa l’India: l’affascinante Paese dalle indimenticabili bellezze storiche ed artistiche, regno del sorriso e della cortesia, dei colori sfavillanti, della sacralità e spiritualità, ma anche delle superstizioni, dei matrimoni combinati, della violenza sulle donne, violentate stuprate impiccate sfregiate, delle enormi baraccopoli e della povertà, quella vera.
Mi colpirono
un tempo bella, la gioventù sfiorita e i lineamenti delicati e stanchi ma anche i logori abiti indossati poco più che stracci neppure rattoppati. A capo chino veloce avanzavi, senza guardarti intorno senza incrociare sguardi, come sperando d’essere invisibile. Dalla cintura sfilacciata pendeva di metallo una piccola gavetta. Chiedevi l’elemosina di un pasto? Pensai che fossi l’ultimo degli ultimi… |