L'Arca dei valori nella poesia di una ricercatrice
Almanacco della Scienza, Mensile a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche N. 4 - 29 feb 2012 http://www.almanacco.cnr.it/reader/cw_usr_view_recensione?id_articolo=2968&giornale=2947 Ester Cecere, autrice del volume 'Come foglie in autunno‘, lavora come ricercatrice presso l'Istituto per l'ambiente marino costiero (Iamc) del Cnr di Taranto, dove si interessa di biologia marina. Il titolo di questa sua seconda raccolta di poesie vuole esprimere la precarietà di noi esseri umani, richiamare l'attenzione sulla brevità del nostro passaggio terreno, spesso pieno di insidie e di incomprensioni, solitudine e sofferenza, talvolta di disperazione. Evidente il richiamo al celeberrimo verso ungarettiano. Questi nostri stati d'animo, tuttavia, non devono portarci a rinchiuderci in noi stessi, a isolarci in un ineludibile dolore. L'autrice vuole comunicare che è possibile trovare conforto nell'aprirci agli altri, a coloro che soffrono come e più di noi, come mostrano molte delle sue poesie dedicate ai migranti o ai 'poveri' della nostre città. La poesia assume, così, anche un ruolo sociale, diventa una forma di denuncia. Nella provvisorietà della nostra condizione, l'autrice ci esorta a individuare ciò che è essenziale nella nostra vita, quelli che per noi sono i veri valori irrinunciabili, che dobbiamo custodire, quasi mettere in salvo in un'immaginaria 'Arca'. Né, a causa delle pastoie della quotidianità, dobbiamo perdere la fanciullezza dell'animo, la capacità di guardare all'alba o al tramonto come a misteri dei quali stupirci, di apprezzare e di gioire della bellezza della natura, specchio della divinità e del trascendente a cui dobbiamo tendere per superare la nostra condizione di sofferenza. U.S. |
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